A vederlo, così piccolo e con
quel folto barbone, non si sospetterebbe minimamente l’energia che
è contenuta in Vittorio Amadio.
In realtà questo piccolo grande
uomo è una vera forza della natura, un esplosivo condensato di idee
e di capacità manuali, capacità sempre governate da un estro
inesausto che lo porta a praticare con assoluta libertà ed estrema
facilità linguaggi diversi e diversificati. Infatti ad Amadio il
colore non basta. Per dar sfogo alla sua carica inventiva ed emotiva
egli deve ricorrere per un verso anche al disegno, in modo da
imprimere sui fogli e sul legno o la pietra, le trame della sua
labirintica immaginazione, intrisa anche di forti sostrati fiabeschi
e di acrobazie metamorfiche dense di gaie e umorose soluzioni, al
punto da non temere qualche slittamento umoristico, e per l’altro
verso deve affrontare il volume in modo da soddisfare gli imperativi
della sua fisicità, la quale appunto nella tattilità connessa al
discorso plastico trova compimento. Per tale ragione un solo registro
espressivo non lo soddisfa, il che spiega il suo irrequieto nomadismo
esecutivo che lo fa essere al tempo stesso pittore, scultore,
disegnatore e incisore. I linguaggi propri a tali discipline vengono
da lui intercambiabilmente utilizzati secondo un estro vario e
variabile che dà luogo ad un cimento dell’invenzione in cui la
specificità del medium espressivo si esalta sia singolarmente, come
accade prevalentemente nella pittura, sia con intrecci ed
interconnessioni, com’è più manifestamente evidente nella
scultura, le cui superfici lignee o petrose sono sempre scavate da
segni incisi con un gesto che ricompatta in un’unica soluzione il
disegno e l’incisione. Per meglio comprendere tale mobilità
tecnico-espressiva, va chiarito che, per quanto attiene ai sostrati
fondamentali, l’esuberanza temperamentale di Vittorio ha i suoi
pilastri proprio nel segno e nel colore, mentre, per quanto attiene
agli aspetti complementari, sono proprio la fisicità e l’alchimia
delle misture a costituire gli ulteriori piani dell’edificio della
sua creatività. Su tali binari procede (anzi, in considerazione
della sua vulcanica attività, sarebbe più esatto dire corre) il
complesso e ricco discorso di questo stregone delle tecniche
espressive che risponde appunto al nome di Vittorio Amadio.
La sua natura di abile alchimista
del segno e del colore si esprime al massimo grado in certe
puntesecche a inchiostri colorati, quelle per l’esattezza tramate
da coaguli per lo più aformali, talvolta “illuminati” da una
sorta di piccolo sole, che altrove si fa pianeta a ribadire l’ingorgo
cosmico del suo visionarismo neo-informale. Esse sono sempre
orchestrate da cangiatismi che rendono ciascuna calcografia
cromaticamente diversa dalle altre di medesima struttura...
Giorgio Di Genova
da Vittorio Amadio.
L'alchimista dei linguaggi diversi
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