giovedì 26 gennaio 2017

Vittorio Amadio. Les femmes en bleu: #Adélaïde


Il blu nelle sue infinite declinazioni, quasi a seguire il pantone. Il blu del cielo e del mare, quello cantato da poeti e chansonnier, il colore più usato in letteratura e nella musica. Vittorio Amadio lo manipola consapevole che ogni tocco nel kéramos, nell'argilla, è un sentimento, un affare di cuore, un abile gesticolare di dita che volano in attesa di planare e appalesarsi in scultura. Con la gestualità assoluta del suo modo di rapportarsi all'arte, Amadio compone e scompone figure, le modella seguendo il pensiero che si fa istinto e l'istinto che sfocia nell'arte e nella genialità di chi non si ferma davanti a nulla e a nessuno, come a nessuno deve il ripercorrere schemi accademici che fanno curricula ma non danno emozioni. Questa serie di ceramiche blu vuole essere un omaggio alla Francia e alle donne francesi, al blu di una bandiera vessillo di Rivoluzione realizzata e attuata prima nel cuore poi nell'esercizio di governo. E assume, di volta in volta, i colori dei lilla e della lavanda e del mare di Normandia dove si specchiano. Ma è anche un omaggio a tutte le donne del mondo, quelle che lottano e sperano, vivono con il cuore pulsante, la mente sgombra e la femminilità vissuta da esseri liberi e veri, poco politici e molto umani. “Les femmes en bleu”, quasi il titolo di una canzone di Brassens o di Moustaki, magari tradotta da De Andrè.

mercoledì 25 gennaio 2017

Le anime bianche di Vittorio Amadio: #Marylou


Si alzano candide, in un mondo ovattato dalla neve che c'è e da quella che verrà, le anime bianche di Vittorio Amadio. Sono lievi, sinuose, impalpabili come i pensieri in una notte di note d'organo suonate mentre intorno la gente balla. Salgono in verticale, le nostre anime, e sembra che vogliano raggiungere il cielo per sfiorarlo con un dito che nessuno ha creato se non nell'impasto veloce della ceramica che si modella, facendosi bella e desiderabile, da mordere come un bastoncino di zucchero filato. Sono bianche, belle e pure come il sogno casto di un amore platonico sfuggito ad Aristotele mentre Kant disegna la sua ragion pura. E puro è lo sguardo, lesta la mente, veloci le dita, immenso il pensiero.

Massimo Consorti