lunedì 31 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Blek Macigno


(scultura su bronzo)

Dopo il successo di Capitan Miki, nel 1954 il trio torinese della Esse G Esse (Sinchetto, Guzzon e Sartoris) diedero inizio alla saga del "Grande Blek", personaggio conosciuto anche con il nome di "Blek Macigno". Così come per il Comandante Mark, le avventure di Blek Macigno sono ambientate durante gli anni della rivoluzione d'indipendenza americana, quando molti trappers si battevano contro le giubbe rosse inglesi di re Giorgio III. Fra questi compare il biondo e muscoloso Blek Macigno, un uomo dalla forza erculea, che risolve le situazioni a suon di pugni e di pesanti schiaffoni nei confronti dei malcapitati soldati inglesi, che lui chiama scherzosamente "gamberi rossi", per via del colore della loro uniforme. 

domenica 30 marzo 2014

Il direttore d’orchestra. Meraviglia! la verità dell'insetto kafkiano... Una nota di Edelweiss Cinaglia per Sant'Alberto

Il preludio linguistico di ogni possibile redenzione. Ascolto un concerto in questa immagine... il direttore d'orchestra è un insetto, capace di gestire confronti, tra grilli parlanti e pendoli... (di Foucault o di orologio). Un azzurro elettrico... 'notturno' sfumato, tra pudore di sé e metamorfosi in atto... Pieghe, a balze: il volto si priva di se stesso, rinuncia; dichiara la morte dello specchio... Pure lo sguardo e la parola a fior di labbra... si realizzano in un gesto di dimissione: quell'oro pendulo che oscilla, goccia formidabile sparata dal non so dove, sospesa tra occhio arreso e bocca disarmata... Ascolto, sono quel vibrato, che non dimentica i resti della spinosa cresta...né, infine, il tocco puro della coda, azzurra... Blu con nero, blu-con-nero 'tentato' dal bianco... Colore più elettrico che mai... perfettamente sonoro, tocco da cui non si torna. Dinosauro o grillo, non importa: in questa figura di santo è la purezza del gesto. Che afferma la dimissione oculare e verbale dalla sanzione che uccide, dal giudizio sterile. Sguardo e parola 'servono' invece l’emergenza della redenzione. Una redenzione in atto. Goccia d'oro qui e ora, plesso solare di un altrove in perpetuo accadere: essi valgono ‘reciprocamente’, reciprocamente affrontandosi, tra gioco e sacrificio. Questa immagine è per me esattamente il cristallizzarsi (...o, meglio, è la crisalide) di quel supremo rischio… alla soglia dell'annullamento della lingua, che Franz Kafka annuncia parlando di "assalto al limite"... Per una nuova coscienza, una nuova libertà, paradossalmente più fraterna, attraverso la struggente traccia animale... che ci appartiene. Questa immagine mi entusiasma. Ci offre la possibilità di rispondere, con i sensi vivi e il pensiero acceso, a un linguaggio assolutamente nuovo. Ringrazio l'autore, ringrazio chi lo riconosce e, volendo condividere, ci dona tale occasione...

Edelweiss Cinaglia

sabato 29 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Asterix


(scultura su bronzo)


Asterix, viene creato nel 1959 dalla mente del soggettista Renè Goscinny e dalla matita del disegnatore Albert Uderzo per il settimanale francese "Pilote". Le storie di Asterix sono ambientate nella Gallia ai tempi di Giulio Cesare, quando i romani occuparono gran parte di questo territorio. Ma c'è un villaggio ai bordi di una profonda foresta, che non si preoccupa minimamente del nemico, in quanto ciascun abitante, se sotto il temporaneo effetto della "pozione miracolosa" possiede una forza tale da far fuori da solo una intera guarnigione romana. Asterix è il protagonista indiscusso della serie. Asterix è un guerriero piccolo di statura, ma estremamente intelligente e coraggioso, è caratterizzato da un elmetto alato e da due baffoni biondi. 

A Vittorio Amadio il "Coppo d'Oro" 2014 di Castignano


venerdì 28 marzo 2014

Vittorio Amadio in mostra a Spoleto. Officina d'Arte&Tessuti. Generazione Anni Trenta: artisti italiani nati tra il 1930 ed il 1939. 5 aprile – 4 maggio 2014

Il 5 aprile l’“Officina d’Arte&Tessuti” di Spoleto inaugura la mostra “GENERAZIONE ANNI ’30 – artisti italiani nati dal 1930 al 1939”, che rimarrà aperta fino al prossimo 4 maggio.
La mostra si aprirà con una presentazione del professor Giorgio Di Genova presso l’Hotel Clitunno e vedrà la partecipazione di alcuni degli artisti autori delle opere in esposizione, con i quali il pubblico interessato potrà interloquire. Si tratta di una generazione, quella degli Anni ’30, caratterizzata da artisti che si sono contraddistinti per la creazione di nuove forme di linguaggio, basate anche sulla ricerca di nuove tecniche e di nuovi materiali, che hanno dato vita e partecipato allo sviluppo di movimenti ed esperienze artistiche, in un clima culturale molto ricettivo e prolifico, tanto da interessare anche il cinema e l’architettura. E’ una generazione che ha vissuto in un contesto storico denso di cambiamenti, novità, provocazioni. Un periodo nel quale sono cambiati i “soggetti” e gli “oggetti”, l’individuo non ha più modo di pensare, i media dettano quotidianamente i tempi, i consumi hanno preso il sopravvento, la fragilità del verbo AVERE ha messo all’angolo la solidità del verbo ESSERE: tutti questi traumi, queste accelerazioni, vengono raccontate con grande lucidità e autentica visione dagli Artisti, anticipando di decenni comportamenti e modalità del vivere quotidiano. La mostra si presenta come naturale prosecuzione del percorso espositivo delineato nell’ambito della «Rassegna di artisti italiani del Novecento per generazioni», iniziativa che prevede tre appuntamenti con mostre ed approfondimenti riguardanti un periodo della nostra storia fortemente significativo e culturalmente vivace sotto il profilo della creazione artistica, interessando i Maestri del Novecento nati tra il 1920 ed il 1949. La rassegna, realizzata in collaborazione con la Modern Art Consulting di Daniele Taddei, con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune di Spoleto, ha preso avvio lo scorso dicembre con la mostra “GENERAZIONE ANNI ’20 – artisti italiani nati dal 1920 al 1929” e terminerà nei prossimi mesi estivi (21 giugno-27 luglio) in concomitanza con il Festival dei Due Mondi con la mostra “GENERAZIONE ANNI ’40.

Gli Artisti in mostra

Vittorio AMADIO Giorgio BELLANDI Sergio BIZZARRI Ennio CALABRIA Mino CERETTI Silvio CRAIA Tano FESTA Antonio FIORE Ennio FINZI Antonio FOMEZ Elisabetta GUT Francesco GUERRIERI Oscar PIATTELLA Giuseppe RECALCATI Bepi ROMAGNONI Sandro TROTTI Valeriano TRUBBIANI Ben VAUTIER

giovedì 27 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Alan Ford


(scultura su bronzo)

Nato in Italia negli anni '60 dalla straordinaria coppia di autori quale Max Bunker (lo sceneggiatore Luciano Secchi) e Magnus (il compianto e grandissimo disegnatore Roberto Raviola), il fumetto di Alan Ford e del Gruppo T.N.T. non ebbe un successo immediato. Occorsero due anni per far sì che i personaggi di Alan Ford e del gruppo T.N.T. entrassero di diritto fra i più popolari e migliori fumetti italiani prodotti nella seconda metà del '900. Infatti le sue trame originali e decisamente umoristiche, spaziano dal genere giallo alla satira sociale, cosa che lo rende unico nel suo genere. 

mercoledì 26 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Lucille Lucy Van Pelt


(scultura su bronzo)

Lucille "Lucy" van Pelt è un personaggio delle strisce a fumetti Peanuts, scritte e disegnate da Charles Schulz. È la sorella maggiore di Linus. Lucy è una ragazzina di otto anni bisbetica e cinica e dimostra la sua antipatia soprattutto nei confronti di Linus e Charlie Brown. Lucy fa la sua prima apparizione nella striscia del 3 marzo 1952 come una bambina dagli occhi sgranati che tormenta di continuo i genitori. Poco dopo, però, Schulz le eliminò i cerchi attorno agli occhi e la portò all'età degli altri personaggi. Il personaggio si evolse rapidamente come una ragazzina prepotente, bisbetica e egoista. 

martedì 25 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Andy Capp


(scultura su bronzo)

Andy Capp è il personaggio principale di una serie di strisce a fumetti di satira a sfondo sociale, intitolata Andy Capp and Florrie (o più semplicemente Andy Capp), creata da Reg Smythe nel 1957. Nasce il 5 agosto 1957 sulle pagine del Daily Mirror, quotidiano londinese. Gli editori del giornale avevano commissionato a Smythe un nuovo personaggio, un ubriacone rissoso e infedele. Il protagonista e sua moglie arrivarono negli Stati Uniti soltanto nel 1963. Dato il grande successo che gli portò la strip, Reg Smythe non portò avanti altri progetti lavorativi, ad eccezione di Buster, figlio di Andy e a lui molto simile, nei primi anni sessanta. Nonostante le grosse offerte da parte di altri quotidiani, l'autore pubblicò sempre le sue strisce sul Daily Mirror.

lunedì 24 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Diabolik


(scultura su bronzo)

Diabolik nacque da un'idea di Angela Giussani che, osservando tutti i giorni i pendolari che transitavano per la Stazione di Milano Cadorna (vicino alla quale viveva), ebbe l'intuizione di realizzare un fumetto con un formato "tascabile", cioè che si potesse facilmente leggere aspettando il treno e poi in viaggio, per riporlo infine comodamente "in tasca". Per capire i gusti dei suoi potenziali clienti, Angela condusse un'indagine di mercato da cui scaturì che molti in viaggio leggevano romanzi gialli (secondo un'altra versione, l'intuizione le venne per caso dopo aver trovato su un treno un romanzo di Fantomas). 

domenica 23 marzo 2014

Ancora scatti della presentazione di "Dal segno al senso", catalogo delle opere pittoriche di Vittorio Amadio (presto anche il video)

Il pubblico della Sala Conferenze del Museo Arteon

Da sinistra: Lia Di Tanna (Art Diomar), Vittorio Amadio, Patrizia Rossini (in piedi, sindaco di Castel di Lama), Massimo Consorti



Panoramica della Sala Conferenze



Un momento della presentazione di "Dal segno al senso"



L'intervento dell'avvocato Eugenio Galassi



Tanta bella gente



Carlo Melloni e Vittorio Amadio














Il primo scatto di una presentazione che è stata anche una festa


Un momento della presentazione di "Dal segno al senso", antologia delle opere pittoriche di Vittorio Amadio.
Da sinistra: Lia Di Tanna (Art Diomar), Vittorio Amadio, Patrizia Rossini (sindaco di Castel di Lama) e Massimo Consorti

giovedì 20 marzo 2014

L'evento. Sabato 22 marzo. Dal segno al senso: l'invito e una nota di Carlo Melloni


Pittore, ma anche scultore, Vittorio Amadio ha una concezione polidirezionale dello spazio virtuale (lo spazio, cioè, che il dipinto o la scultura ambisce metafisicamente di occupare). Guardiamo i suoi dipinti. Anche quando la stesura cromatica ha un andamento prevalentemente orizzontale, l’ordito pittorico estrapola dal suo percorso improvvise, guizzanti impennate, blocchi di segni/colore che sembrano dissociarsi da un itinerario mentale estremamente bilanciato, per orientarsi e avventurarsi verso l’alto rispetto al piano di sedime del colore o dei colori selezionati dall’artista. Sono fasci di pinnacoli, condizionati, però, nel loro dinamismo ascensionale, dalla bidimensionalità del dipinto.
Tutt’altro discorso per le colonne cilindriche istoriate, opere recentissime dell’artista piceno, che qui sono esposte per la prima volta. In queste opere i condizionamenti spaziali dei dipinti non esistono e, pur tuttavia, la spazialità del manufatto plastico non s’aggrega al concetto brancusiano della colonna senza fine, bensì a quello romano e romanico della colonna “narrante”, della colonna cui l’autore affida la funzione del dialogare (indubbiamente) con lo spazio e, sincronicamente, con il riguardante.
Già negli anni passati, con le stele lignee piatte, incise da arabeschi e da segni criptici, Amadio aveva sperimentato il tentativo di accedere, mediando tra simbolismo di derivazione totemica e recupero strumentale della memoria ancestrale (quelle stele di legno di quercia sono travi vecchie di secoli, alcune risalenti al ‘500, originariamente utilizzate a sostegno di soffitti domestici), a differenziate stratificazioni di connessioni e emozioni intersoggettive. Con le colonne cilindriche, gremite di richiami iconici e di trame grafiche, che l’artista dispone con la consueta perizia, Amadio traccia serie indefinite di morfemi pittorici, che si traducono in messaggi subliminali diretti a chi guarda. E chi guarda se ne compenetra inconsciamente, girando attorno alle colonne, guardandole dal basso verso l’alto e viceversa. Infatti, la sequenza delle colonne istoriate ispira sensazioni simili a quelle di una wunderkammer, di una stanza delle meraviglie, poiché il gioco dei riflessi percettivi e delle suggestioni mitografiche è tale da creare l’illusione di una realtà che ha travalicato i confini della realtà fenomenica.


Carlo Melloni
Lo spazio dell’immagine e lo spazio dell’immaginario

mercoledì 19 marzo 2014

L'evento. Dal segno al senso: la quarta di copertina del catalogo e una nota critica di Giorgio Di Genova



A vederlo, così piccolo e con quel folto barbone, non si sospetterebbe minimamente l’energia che è contenuta in Vittorio Amadio.
In realtà questo piccolo grande uomo è una vera forza della natura, un esplosivo condensato di idee e di capacità manuali, capacità sempre governate da un estro inesausto che lo porta a praticare con assoluta libertà ed estrema facilità linguaggi diversi e diversificati. Infatti ad Amadio il colore non basta. Per dar sfogo alla sua carica inventiva ed emotiva egli deve ricorrere per un verso anche al disegno, in modo da imprimere sui fogli e sul legno o la pietra, le trame della sua labirintica immaginazione, intrisa anche di forti sostrati fiabeschi e di acrobazie metamorfiche dense di gaie e umorose soluzioni, al punto da non temere qualche slittamento umoristico, e per l’altro verso deve affrontare il volume in modo da soddisfare gli imperativi della sua fisicità, la quale appunto nella tattilità connessa al discorso plastico trova compimento. Per tale ragione un solo registro espressivo non lo soddisfa, il che spiega il suo irrequieto nomadismo esecutivo che lo fa essere al tempo stesso pittore, scultore, disegnatore e incisore. I linguaggi propri a tali discipline vengono da lui intercambiabilmente utilizzati secondo un estro vario e variabile che dà luogo ad un cimento dell’invenzione in cui la specificità del medium espressivo si esalta sia singolarmente, come accade prevalentemente nella pittura, sia con intrecci ed interconnessioni, com’è più manifestamente evidente nella scultura, le cui superfici lignee o petrose sono sempre scavate da segni incisi con un gesto che ricompatta in un’unica soluzione il disegno e l’incisione. Per meglio comprendere tale mobilità tecnico-espressiva, va chiarito che, per quanto attiene ai sostrati fondamentali, l’esuberanza temperamentale di Vittorio ha i suoi pilastri proprio nel segno e nel colore, mentre, per quanto attiene agli aspetti complementari, sono proprio la fisicità e l’alchimia delle misture a costituire gli ulteriori piani dell’edificio della sua creatività. Su tali binari procede (anzi, in considerazione della sua vulcanica attività, sarebbe più esatto dire corre) il complesso e ricco discorso di questo stregone delle tecniche espressive che risponde appunto al nome di Vittorio Amadio.
La sua natura di abile alchimista del segno e del colore si esprime al massimo grado in certe puntesecche a inchiostri colorati, quelle per l’esattezza tramate da coaguli per lo più aformali, talvolta “illuminati” da una sorta di piccolo sole, che altrove si fa pianeta a ribadire l’ingorgo cosmico del suo visionarismo neo-informale. Esse sono sempre orchestrate da cangiatismi che rendono ciascuna calcografia cromaticamente diversa dalle altre di medesima struttura...

Giorgio Di Genova

da Vittorio Amadio. L'alchimista dei linguaggi diversi

martedì 18 marzo 2014

L'evento. Dal segno al senso: la copertina del catalogo e un saluto particolare



Le vie che portano a una amicizia sono tante, a volte inspiegabili, altre strettamente dipendenti dal mondo che frequentiamo e in cui viviamo. Poi ci sono quelle che partono da una empatia immediata, quella specie di circuito elettrico che si attiva grazie a uno sguardo o a una parola o a un pensiero condiviso. L'amicizia con Vittorio Amadio, artista che trae ispirazione da tutto quello che lo circonda e che ripropone seguendo le fantasie di una mente mai sazia, è nata semplicemente dopo aver visto e cercato di penetrare le sue opere. Di viverle per quelle che sono: tante storie racchiuse in una tela ma che dalla tela escono per andare chissà dove. Dell'opera di Amadio mi ha immediatamente colpito l'estrema spontaneità e l'aver immaginato la mano dell'artista che traccia velocemente segni e macchie sui supporti che adopera, siano essi carta o tela. Poi, con la conoscenza e la frequentazione, ho scoperto le sue “colonne” e le sculture che realizza sì in ferro, in bronzo e in acciaio ma anche con il legno e con le pietre di fiume; inutile nasconderlo, queste ultime due materie mi hanno colpito e affascinato. E lavorare nel settore delle eco-compatibilità, e del rispetto del contesto naturale, mi ha sicuramente e maggiormente attratto.
L'amicizia è davvero un sentimento strano. Nasce per caso e spesso è destinato a durare nel tempo. Succede quando si riscontrano sensibilità comuni e quando si affrontano il mondo e la vita sempre a viso aperto, pensando che, in fondo, la vita è un grande gioco che ci riserva anche momenti seri.

Un artista per amico
Lia Di Tanna - Artdiomar

Un grazie particolare e di cuore a Paolo e Gianni Roccetti

lunedì 17 marzo 2014

L'evento. Dal segno al senso. Presentazione del catalogo delle opere pittoriche di Vittorio Amadio

(...) L'arte di Vittorio Amadio è straordinariamente composita. Lettere di un alfabeto immaginario, su sfondo “tirato” in bianco/nero, sul quale colpi di rosso confondono e saldano contesti. Poi pennellate come coriandoli che vagano nell'aria in una serie di jeux interdis. Paesaggi stratificati di rocce quarzate. Volute e spirali come aperture di occhi sullo sfondo dello scenario di un mondo nascosto. Les danseuses flottantes, i toni cupi di una notte senza stelle per disperati dell'anima. Croci, un Sant'Andrea al “passo”, i fantasmi di una metamorfosi di pensieri dispersi all'alba. E se mironeggia o chagallizza, resta comunque il senso di profili persi nel nulla di una astrazione che finisce in mille schegge di un giallo puro in PPP (primissimo piano).
I volti-tante-storie e mai-compromessi, contraddistinti da serenità o follia, e sempre quel senso di volo libero, senza ali, che prelude a schianti o andamenti controvento. E, se tutto si sposta sulla tridimensione delle colonne, il volo verso l'alto diventa incontenibile, come incontenibili e irrefrenabili sono i tratti unici che ne contrassegnano lo sviluppo narrativo perché, alla fine, sempre di storie si tratta, anche se in verticale. Fuochi d'artificio, perché tanti sono i pensieri che si scatenano nella mente di un artista che vive l'attimo sapendo che sarà unico e irripetibile e che la mano, più veloce della mente, renderà visione concreta oltre il mistico, oltre all'inesistente trascendenza.
Radar perennemente accesi sulle percezioni, e non sui gesti, di una umanità in movimento, come la voglia di monitorare l'universo sapendo che è impossibile. Gli sfondi mono-tono di Amadio, una specie di telo teatrale concepito per far risaltare particolari che nascono così, senza tensione artistica ma come puro spunto dell'anima. Poi arrivano gli sfondi intricati, quelli della produzione più complessa di Vittorio Amadio, in cui l'urgenza è quella di dar senso e forma e coloritura a una tela che sembra sfuggirgli dalla spatola e che lo costringe a un inseguimento a perdifiato. Spunta l'onirico felliniano, il grottesco di Molière, la sottile linea d'ombra di un Conrad breve amato e detestato. Occhieggia Murakami e le tonalità orientali si vestono di surreale. Abbraccia le ansie e il male di vivere di un Pavese perso nelle langhe fino al Kafka che sfugge e all'Ovidio metamorfico dell'arte di amare. C'è dentro Pavarotti e tanto melodramma, quello che risuona nel suo studio, accompagnando con le note i colori distesi di getto, le pennellate che sfiorano leggera la tela o la comprimono, fino a farle male quando sale l'acuto e il dramma diventa tragedia. È quando Amadio incontra la letteratura e la musica del melodramma che le sue opere si fanno più vive, come se traesse spunto dalle note e dalle parole per completare un immaginario che va oltre l'immagine, oltre la storia, oltre il contesto.
Paesaggi fantastici vivi solo nella mente e nella sensibilità di chi li sa cogliere. Viaggi in treno e sguardi dal finestrino che raccontano di campagne e di litorali, di archeologia post-industriale di capannoni in disuso e rimesse per natanti senza vele. Perfino un viaggio in immersione perché incontrare Nemo è più forte di una stretta di mano con il Melville di Moby Dick.
Nelle elaborazioni anatomiche vive l'assurdo. Mai così vicino all'arte di Guernica, Amadio scardina i concetti dei corpi inseriti in uno spazio. E, se la cupezza della base fa da “cornice” alla spietatezza dei soggetti dipinti, la sensazione che dietro ci sia lo sforzo di comprendere la complessità dell'uomo è netta e passa attraverso la non omogeneità delle fisicità.
Vincono comunque i contrasti, sempre decisi, mai ottenebrati da schemi infrastrutturali che cristallizzano sensibilità ed elidono emozioni. Gli insetti, i mammiferi, gli aracnidi, il Gregor Samsa che è in lui e lì staziona... mentre Teo gli fa da controcanto... i pesci, il fondo del mare, le opere lunghe, il profilo di Tatanka e la battaglia di Little Bighorne con gli schizzi di rosso che non sono sangue ma speranze... e le langhe e Pavese e una morte che non avrà mai gli occhi di una lei, ma dello spirito dell'arte violentato dai pressapochisti senza idee né fantasia né creatività... e lo scorrere dei panorami e delle distese d'acqua visti dai finestrini di un treno o dagli oblò di una nave, in compagnia di Chatwin. Nell'arte di Vittorio Amadio c'è tutto il mondo impossibile nella lunga sequenza di un film che non avrà mai una fine né titoli di coda, utili solo a rendere omaggio ai comprimari. 

Dalla nota introduttiva di Massimo Consorti

domenica 16 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Batman


(scultura su bronzo)

Batman (in italiano letteralmente Uomo pipistrello) è un personaggio dei fumetti ideato da Bob Kane e Bill Finger, (sebbene solo Kane sia stato per lungo tempo riconosciuto ufficialmente come ideatore), pubblicato dalla DC Comics. Fece il suo esordio nel maggio 1939 nel numero 27 della rivista Detective Comics, ed è diventato una delle icone più importanti del fumetto supereroico. Soprannominato il Giustiziere o il Cavaliere oscuro, il personaggio in Italia è stato presentato in passato coi nomi di Ala d'Acciaio e Pipistrello

sabato 15 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Mafalda


(scultura su bronzo)

Mafalda è la protagonista dell'omonima striscia a fumetti scritta e disegnata dall'argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata dal 1964 al 1973, molto popolare in America Latina e in Europa. Mafalda è una bambina dallo spirito ribelle, profondamente preoccupata per l'umanità e per la pace nel mondo. Pone a sé e ai suoi genitori domande candide e disarmanti a cui è difficile, e a volte impossibile, rispondere. Sono domande che mostrano le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti, nel quale Mafalda rifiuta di integrarsi.

venerdì 14 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Charlie Brown


(scultura su bronzo)

Charles "Charlie" Brown è il personaggio principale della striscia a fumetti Peanuts, di Charles M. Schulz. Nato il 2 ottobre 1950, eterno scolaro di terza elementare di otto anni e mezzo Charlie Brown è un adorabile perdente dalla testa più tonda che mai, capace di infinita determinazione e testardaggine ma che è, in definitiva, dominato dalle sue ansie e manchevolezze, nonché dai suoi compagni, che approfittano di lui. 

giovedì 13 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Paolino Paperino


(scultura su bronzo)

Paolino Paperino (Donald Duck in originale o Donald Fauntleroy Duck), più noto come Paperino, è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati della Disney. È un papero bianco con becco e zampe arancioni. Solitamente indossa una blusa e un berretto da marinaio - ma senza pantaloni. Alcuni credono che la Finlandia lo abbia censurato perché non porta i pantaloni, ma è una leggenda metropolitana. Secondo l'albero genealogico ideato da Don Rosa in base alle indicazioni contenute nelle storie a fumetti di Carl Barks, è figlio di Ortensia de' Paperoni (sorella di Paperon de' Paperoni) e Quackmore Duck (figlio di Nonna Papera), ha una sorella gemella, Della Duck, madre di Qui, Quo, Qua.



mercoledì 12 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Tex


(scultura su bronzo)

Tex Willer è un Ranger del Texas non inquadrato formalmente. Come tale si qualifica frequentemente, esibendo, se occorre, la stella simbolo del corpo, ma la sua attività di rappresentante della legge non è a tempo pieno: svolge delle missioni, sia su richiesta del Comando, che spontaneamente. Tex è anche il capo supremo di tutte le tribù Navajos, con il nome di Aquila della Notte. Inoltre assume su di sé anche l'incarico governativo di agente indiano della stessa nazione pellerossa. L'autore è Gianluigi Bonelli, i disegni di Aurelio Galleppini.

martedì 11 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Spiderman


(scultura su bronzo)

L'Uomo Ragno (Spider-Man), il cui vero nome è Peter Benjamin Parker, è un personaggio dei fumetti, creato da Stan Lee (testi) e Steve Ditko (disegni) nel 1962, pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione avviene in Amazing Fantasy (prima serie) n. 15. In seguito, è apparso in molte testate, tra cui Amazing Spider-Man, Sensational Spider-Man e Spectacular Spider-Man. Gli sono stati dedicati anche molti cartoni animati, videogiochi e quattro film kolossal. Dal gennaio 2013 le avventure di nuova pubblicazione vengono presentate sulla collana The Superior Spider-Man. La rivista Wizard Magazine lo ha classificato secondo nella Top 200 Comic Book Characters of All Time, cioè la Classifica dei 200 migliori personaggi dei fumetti della storia, dopo Superman e prima di Batman.

lunedì 10 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Pietro Gambadilegno


(scultura su bronzo)

Pietro Gambadilegno (Pete, chiamato anche Peg Leg Pete, Big Bad Pete o Black Pete) è un personaggio antropomorfo dei cartoni animati creato nel 1925 da Walt Disney e Ub Iwerks. È un personaggio della Walt Disney Company e spesso appare come arcinemico e antagonista principale nelle storie dell'universo di Topolino. Era in origine un orso antropomorfo ma con l'avvento di Topolino nel 1928, venne definito come un gatto. Pietro è il più antico personaggio Disney ancora utilizzato, avendo debuttato tre anni prima di Topolino nel cartone animato Alice Solves the Puzzle (1925). 



domenica 9 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Mandrake


(scultura su bronzo)

Mandrake il Mago (Mandrake the Magician), molto conosciuto semplicemente come Mandrake, è un personaggio dei fumetti ideato da Lee Falk (lo stesso autore de l'Uomo mascherato) e disegnato da Phil Davis, che fece il suo esordio nelle strisce a fumetti dei quotidiani statunitensi (daily strip) dell'11 giugno del 1934. 

sabato 8 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Flash Gordon


(scultura su bronzo)

Flash Gordon è un personaggio dei fumetti, protagonista dell'omonima striscia a fumetti di fantascienza, ideata da Alex Raymond e pubblicata per la prima volta il 7 gennaio 1934. 

venerdì 7 marzo 2014

Se l'arte si fa gioco. I "fumetti" di Vittorio Amadio: Capitan Miki


(scultura su bronzo)

Capitan Miki è un fumetto uscito per la prima volta in formato striscia il 1 luglio 1951 (tre anni dopo Tex), edito da Editoriale Dardo. Ebbe un grande successo e arrivò a superare le 500.000 copie settimanali. Oggi è considerato 'old fashion' e 'cult', al pari di Blek Macigno, Pedrito el Drito, Tiramolla, Akim, Piccolo Sceriffo, Kinowa ed altri eroi del fumetto popolare nostrano degli anni cinquanta. 

martedì 4 marzo 2014

I filiformi fiabeschi di Vittorio Amadio: La bella addormentata nel bosco


La bella addormentata nel bosco

C'era una volta un Re e una Regina che erano disperati di non aver figliuoli, ma tanto disperati da non potersi dir quanto. Andavano tutti gli anni ai bagni, ora qui ora là: voti, pellegrinaggi; vollero provarle tutte: ma nulla giovava. Alla fine la Regina rimase incinta, e partorì una bambina. Fu fatto un battesimo di gala; si diedero per comari alla Principessina tutte le fate che si poterono trovare nel paese (ce n'erano sette) perché ciascuna di esse le facesse un regalo; e così toccarono alla Principessa tutte le perfezioni immaginabili di questo mondo...
Wilhelm Grimm, Jacob Grimm

lunedì 3 marzo 2014

La quarta di copertina di "Dal segno al senso". Catalogo delle opere pittoriche di Vittorio Amadio




Vittorio Amadio
Dal segno al senso
Catalogo delle Opere pittoriche
Collezione Artdiomar
a cura di Massimo Consorti

Volume cartonato formato chiuso 23x29 cm. Composto da 528 facciate più copertina e sovraccoperta. Interno stampato a quattro colori su carta patinata opaca da 135 gr. Copertina in cartone da 2,5 mm. rivestito con Imitlin nero stampato a caldo su piatto e dorso. Sovraccoperta stampata quattro colori, B/ su carta patinata opaca da 170 gr. plastificata lucida in B/. Risguardi stampati a un colore in B/ su carta usomano da 140 gr. Rilegato a filo refe con dorso tondo e capitelli.

Per la presentazione, seguite il blog. A breve la data, il luogo e l'ora.

domenica 2 marzo 2014

I filiformi fiabeschi di Vittorio Amadio: Il porcellino di bronzo


Il porcellino di bronzo

Nella città di Firenze, non lontano da Piazza del Granduca, si trova una traversa che credo si chiami La Porta rossa; qui, davanti a una specie di bancarella di verdura, sta un porcellino di bronzo, di bella fattura; fresca e limpida acqua scorre dalla bocca di quell'animale, che a causa dell'età è tutto verde scuro solo il grugno brilla, come fosse stato tirato a lucido, e questo si deve alle molte centinaia di bambini e di poveretti che vi si afferrano per avvicinare la bocca a quella dell'animale e bere...
Hans Christian Andersen


sabato 1 marzo 2014

In uscita il Catalogo delle Opere pittoriche di Vittorio Amadio


Vittorio Amadio
Dal segno al senso
Catalogo delle Opere pittoriche
Collezione Artdiomar
a cura di Massimo Consorti

Volume cartonato formato chiuso 23x29 cm. Composto da 528 facciate più copertina e sovraccoperta. Interno stampato a quattro colori su carta patinata opaca da 135 gr. Copertina in cartone da 2,5 mm. rivestito con Imitlin nero stampato a caldo su piatto e dorso. Sovraccoperta stampata quattro colori, B/ su carta patinata opaca da 170 gr. plastificata lucida in B/. Risguardi stampati a un colore in B/ su carta usomano da 140 gr. Rilegato a filo refe con dorso tondo e capitelli.

Per la presentazione, seguite il blog. A breve la data, il luogo e l'ora.