Biografia


Vittorio Amadio è nato a Castel Di Lama nel 1934.

Pittore, scultore e incisore, artista a tutto tondo è un profondo conoscitore di materiali (ferro, alluminio, acciaio, legno, pietre di fiume e di montagna, creta, ceramica e inoltre oro, argento e pietre preziose), che trasforma in opere d’arte nelle quali la creatività e l’originalità rappresentano i punti di partenza del suo essere uomo e, appunto, artista.
Spirito libero, inquieto, privo di qualsiasi schema precostituito fin dalla giovinezza, vive con un profondo disagio interiore i primi anni del dopoguerra di un’Italia cupa, grigia, ancora ferita dall’occupazione nazista, dalle bombe, dalla fame, dalla povertà e da un senso di morte e di mortificazione che sembrano trasformare il Paese in un immenso sudario: “Perfino le automobili – dirà Amadio molti anni dopo - erano il segno di quella Italia. Nere o grigie o blu notte, ravvivate ogni tanto da una striscia bianca che metteva tristezza”. Disagio a tutto tondo, insomma, che gli impedisce in alcuni momenti, perfino di respirare, se non fosse stato per quel sottile rapporto interpersonale intessuto fin da subito con le donne. Soltanto sognate, immaginate nelle lunghe notti insonni trascorse in collegio, inseguite come fossero madonne rinascimentali, le donne con il profilo tracciato nel suo particolare, e unico, mondo, rappresentavano l'ancora di salvezza, un porto sicuro nel quale far approdare una nave mai alla deriva, con la prua puntata verso l'immenso.
Gli anni trascorsi in collegio, la disciplina ferrea alla quale viene sottoposto, e da cui riusciva a fuggire con il pensiero e con un’idea di arte (sinonimo e simbolo di libertà) che aveva iniziato a pervaderlo, gli formano quel carattere ribelle e “indisciplinato” che lo accompagnerà per tutta la vita. Profondamente e negativamente colpito dalle violenze viste, e subite, appena pochi anni prima, quando arriva il momento di prestare il servizio militare, Vittorio Amadio decide di fuggire dalla divisa, dalle armi e, ancora una volta, dalla disciplina. Decide quindi di disertare, un obiettore di coscienza ante litteram. Convinti i genitori, che con grande sacrificio gli acquistano un biglietto per la nave, parte nel 1953 dal porto di Genova per andare in Venezuela, paese dell’America Latina in crescita che ospita già una numerosa comunità di emigrati italiani. La promessa che fa alla madre prima di partire è quella che tornerà in Italia nel momento in cui lei gli spedirà il congedo militare. Trascorreranno 15 anni. Appena sbarcato a La Guaira, il porto di Caracas, viene colpito positivamente dalle automobili che circolano in quel paese: colorate di rosso e di giallo, segno inequivocabile di un senso della vita opposto a quello italiano. Il Venezuela ha il canto nelle vene, e gli si offre in tutta la sua enorme potenzialità.
Sprovvisto di qualsiasi esperienza lavorativa, ma animato da uno spirito d’avventura innato, Amadio impara presto una serie di mestieri che lo mettono nelle condizioni di vivere e di cibarsi regolarmente.
È idraulico, muratore, imbianchino, meccanico di automobili ed elettricista, tutti lavori che, pur non avendo insita alcuna base di conoscenza teorica né pratica, apprende in pochissimo tempo. Vive a Caracas, dove la vita scorre senza grandi emozioni, che gli riserva un discreto rapporto con l’universo femminile e che, da quel momento, inizierà ad avere un ruolo importantissimo nella vita del futuro artista.
Proprio a causa di un’avventura sentimentale “pericolosa”, una storia di cappa e spada d'altri tempi, Amadio lascia la capitale per andare a vivere nel posto più “selvaggio” e misterioso del Venezuela, Maracaibo. L'artista porta sempre con sé la poesia, la pittura, la scultura e una sete infinita di conoscenza che saranno le compagne di sempre, le uniche con le quali abbia intimamente convissuto.
A Maracaibo trova lavoro in una compagnia petrolifera, vive una vita quasi agiata, si sposa e ha una figlia. Sente la necessità di crescere anche culturalmente e di approfondire alcuni temi che lo hanno sempre affascinato. Frequenta un corso molto particolare all’Università di Maracaibo nel quale si insegnano e si analizzano la pranoterapia, l’ipnotismo, il magnetismo, la metempsicosi e si compiono viaggi all’interno del mondo dell’esoterismo. Ma mentre gli insegnanti e gli altri studenti del corso partono da una concezione quasi “immanente” della materia di studio, Amadio sconvolge gli schemi riportando tutti i discorsi all’Uomo, un percorso basato sull’umano e non sul divino.
Dipinge e scolpisce, ma quasi per un gioco da fare con se stesso e per se stesso nei momenti in cui avverte il bisogno di volare alto, di estraniarsi, di entrare in contatto diretto con l’infinito.
Arriva il congedo militare e Amadio, come promesso ai genitori, torna in Italia ma non da solo, porta con sé la figlia e la moglie che, di lì a breve, morirà. L’Italia non è più il Paese che ha lasciato e che, dopo aver vissuto tanti anni in una dimensione di vastità quasi senza confini, trova irrimediabilmente “piccolo”. Senza più contatti né amici, Amadio ha la necessità di lavorare per portare avanti la famiglia. Non trovando una collocazione adeguata nel suo paese di origine, torna a lavorare per una compagnia petrolifera, l’Agip, che lo porterà a viaggiare per il mondo: Europa del Nord, Africa e Oriente.
Quando si trova a trascorrere lunghi periodi in Italia, Amadio mette a frutto le sue conoscenze nei campi della pranoterapia e del magnetismo, ottenendo un consenso che arriva a fargli incontrare personaggi molto importanti della vita politica, economica, artistica e culturale della fine degli Anni ’60. A fianco di quella che è diventata ormai la sua principale attività, Amadio aggiunge l’arte che inizia ad avere un posto molto importante nella sua vita fino a fargli aprire uno studio a Roma, nel quartiere Parioli. Sono anni scapestrati nei quali, Vittorio Amadio entra in contatto con la Roma dell'arte e della politica, un jet-set che lo condurrà a stringere amicizie sempre più importanti, a possedere fuoriserie, a vivere in un mondo fino a quel momento solo immaginato. Vive l'esplosione dell'Arte Contemporanea alla quale si iscrive solo idealmente. Il suo concetto di arte, infatti, è ben più profondo di una vendita al mercato, fatta da mercanti senza scrupolo che navigano sulla scia dell'onda dominante in quel momento. Ma, nauseato soprattutto dalla piega che la pranoterapia sta prendendo in Italia, sempre più vittima di pseudo-maghi, millantatori e di sedicenti professionisti, decide di staccarsi da una professione che lo ha profondamente demotivato e deluso, e di dedicare all’arte più tempo. Nel 1970 espone per la prima volta in pubblico a Pescara; una mostra personale di dipinti e sculture che ha un notevole successo e che lo porterà in giro per l’Europa, in mostre realizzate soprattutto in Germania, Olanda e Svezia, tutte realtà raggiunte in automobile per un irrefrenabile desiderio di viaggio non solo visivo ma umano.
L’attività espositiva di Vittorio Amadio diventa frenetica come frenetica è la sua produzione. Le sue mostre si svolgono contemporaneamente in più paesi europei e la sua fama aumenta di pari passo con gli eventi ai quali partecipa sempre da protagonista, mai da comprimario. Ma anche questo periodo dura poco perché l’artista medita di ritirarsi dal mercato delle mostre per approfondire di più il suo percorso esistenziale e professionale. Amadio inizia ad esplorare se stesso, a definire il senso della sua arte, a darle connotati sempre più forti, marcati, simbolici. Influiscono la sua spontaneità, la sua idea di “mano più veloce del pensiero”, del tratto che racchiude una storia, di una teoria dei colori basata sull’intuizione istantanea di un pensiero, di una suggestione, di una emozione e perfino di un battito d’ali.
Comincia a pensare che per essere viva l’arte non deve avere mediazioni, non deve basarsi su schemi prefissati, essere figlia di nessuna teoria. Per Vittorio Amadio conta l’”attimo”, l’istante in cui la mano posa il pennello e la spatola sulla tela o lo scalpello scalfisce la pietra o modella il legno. Inizia a disegnare con il tratto unico che forma il tutto e il niente, una figura e una espressione, un ritratto o un animale in fuga: basta interpretarne il senso.
Diventa l’artista dell’”inafferrabile”, incollocabile com’è in una qualsiasi delle correnti pittoriche di quel momento. E’ il pittore delle “maschere”, dei volti asimmetrici e a-sistemici che ricordano l’ancestralità del disegno rupestre, la sinuosità delle figure degli aborigeni, la staticità delle sculture africane, i profili degli indios, tutte esperienze studiate o vissute in prima persona.
La sua arte diventa pura immaginazione, finzione, libera interpretazione, gesti che si susseguono in movimenti tanto repentini quanto assoluti e che, come tali, non possono essere né catalogati né descritti seguendo tipologie e metodologie pittoriche da Storia dell’Arte.
Sviluppa l’incisione e arriva a scandagliare la “medaglistica”.
Plasma l’oro e l’argento, lavora i metalli in lamine quasi fossero bassorilievi e dando a ogni pezzo la particolarità della unicità. Amadio è l’artista del ”uno per sempre”, perché ogni segno, ogni pennellata, ogni spatolata è un momento unico e irripetibile come le sue opere nella loro interezza e nella loro complessità.
Ad Ascoli Piceno apre il suo atelier in uno dei luoghi storici più prestigiosi della città, Palazzo Malaspina, e fonda nel 1975 l’associazione “La Sfinge Malaspina”, che diventa il motore propulsivo di una serie di importanti eventi artistici a livello nazionale e internazionale.
Continua, sempre per ragioni economiche e di sostegno alla famiglia, a lavorare anche in altri settori fino a diventare il capo di un’industria manifatturiera nella quale opererà fino al 1976, anno in cui decide che l’arte, intesa come pittura, scultura, grafica e incisione sarà la sua vita. Durante il periodo “manifatturiero”, Amadio trova il modo di distinguersi inventando nuovi macchinari, organizzando il lavoro in tempi e ritmi fino a quel momento sconosciuti e basando la sua fase industriale sul senso e il rispetto per le persone. Personaggi che gravitano in un'orbita nella quale l'armonia dell'arte è, comunque, priorità.
Esaurito il periodo del manifatturiero spinto, e ritrovato il gusto e l'amore per l'arte, torna a girare l’Europa e saranno anni nei quali le opere di Vittorio Amadio viaggiano in Francia, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Svezia, in Austria, in Ucraina, in Bielorussia e ovviamente in Italia, dove le sue opere vengono acquistate dai musei e invitate a collettive e personali sempre più prestigiose. Nel 1994 inizia a lavorare la ceramica che usa per le realizzazioni più diverse, colorandola o presentandola in monocromie che hanno un successo immediato. Si lancia nella produzione di oggettistica d’arte che rappresenta l’applicazione “utile” delle sue creazioni: servizi da tè e da caffè, piatti, basi per lampade, piastrelle e mattonelle. Poi arriva il cartone, e i “dolmen” colorati (di quasi tre metri di altezza) iniziano a formare un bosco incantato che non si trova in nessuna parte del mondo se non nel suo studio presso il museo Arte On. Vittorio Amadio viene chiamato anche a insegnare, si ritrova quindi maestro di incisione calcografica e serigrafia nel “Villaggio del Fanciullo” di Ascoli Piceno.
Non pago delle mille sfaccettare che compongono ormai il suo vissuto d’artista, Amadio continua la sua opera meritoria di promotore culturale e fonda, nel 1999, l’Associazione “Creative Italian Art”, una struttura che opera nella città di Screnton (U.S.A.), dedicata alla promozione dell’arte contemporanea italiana negli States. Il 1999 è anche l’anno di uno dei momenti indimenticabili della carriera artistica di Amadio. Già da tempo attivo in Spagna, il Maestro viene invitato a partecipare alla Mostra d’Arte con la quale il Paese iberico darà il benvenuto all’anno 2000. In una esposizione senza precedenti, le opere di Vittorio Amadio vengono esposte insieme a quelle di Subira e di Pablo Picasso, un evento nell’evento che rafforza la fama di Vittorio Amadio non solo in Spagna ma anche nel resto del mondo.
L’anno successivo (2001) sulla scia dell’esaltante esperienza spagnola e volendo dare al suo impegno dell’arte una dimensione transnazionale, fonda a Castel Di Lama, suo paese natale, il Museo Laboratorio “Arte on”, portato avanti con grande professionalità e passione insieme alla compagna (anche lei artista raffinata e fuori da ogni schema) Marisa Marconi.
Con il tempo, “Arte On” diventa non solo un luogo frequentato da insigni personaggi (critici, storici, artisti e letterati) della cultura italiana e internazionale, ma anche il tentativo più evidente di dare uno spazio di vita frequentabile, visibile e soprattutto stabile all’Arte Contemporanea. Il Museo Laboratorio “Arte On”, infatti, oltre che le opere di Vittorio Amadio e di Marisa Marconi, ospita le creazioni dei più famosi maestri dell’Arte Contemporanea mondiale e, a dare un segno inequivocabile di attaccamento alla sua terra d’origine, dei maggiori artisti marchigiani del Novecento. Arte On è uno spazio unico e non clonabile, un luogo in cui la formazione diventa prassi e il lavoro legato alla produzione artistica, viva sperimentazione. Considerato quasi un eremo, visto il luogo in cui nasce ed è collocato, il Museo Arte On non ha la seriosità di luoghi simili, riuscendo a rendere “umano” ogni passo che si compie al suo interno. Ormai nonno, nella sede del Museo, Amadio ritrova e rivive la sua giovinezza prendendo per mano non solo le nipotine, ma anche i bambini delle scuole che visitano un luogo brillante di forme e colori.
Numerose e prestigiose le rassegne alle quali ha partecipato su invito. Tra queste vanno ricordate il “Premio Sulmona”, il “Premio Vasto”, il “Premio Valle Roveto”, il “Premio Gian Battista Salvi” e il “Premio Emigrazione” che, nel 2007, gli dedicò una sala destinata a rendere omaggio alla sua arte grafica.
Numerosi sono inoltre i musei in Italia e all’estero che ospitano opere fra le più significative della sua produzione, come il “Museo Dantesco” di Fortunato Bellonzi di Torre dè Passeri, unico nel suo genere essendo completamente dedicato alla esposizione di opere che illustrano i “Canti” della “Divina Commedia”.
Della sua multiforme attività si sono interessati, e hanno scritto, i più illustri storici italiani dell’Arte Contemporanea a cominciare da De Santi, per proseguire con De Micheli, Ginesi, Toniato, Melloni, Cadena, Montané, Strozzieri e per finire, in particolare, Giorgio Di Genova che lo ha inserito con ampio risalto nella sua monumentale “Storia dell’arte italiana del ‘900” (generazione Anni Trenta) edito dalla Bora di Bologna.
Negli ultimi due anni, l’attività di Vittorio Amadio è diventata, se possibile, ancora più frenetica. Iniziando a impostare le sue esposizioni sulla base di “racconti” a tema, le sue opere non hanno trovato la loro collocazione solo nelle solite sedi artistiche “istituzionali”, ma hanno iniziato a viaggiare in Internet trasformate in percorsi e immagini sequenziali. E’ del 2012 l’opera “Metamorphosis”, un dipinto lungo 258 metri, che su YouTube è diventato un vero e proprio video d’arte basato sui testi a corredo di Ovidio Nasone e Franz Kafka. Sempre nel 2012, Amadio sviluppa due percorsi artistico-narrativi “esemplari”: “I giorni dopo la notte”, che, esposta al Castello Manservisi di Castelluccio di Porretta Terme, ha visualizzato una lunga serie di orizzonti-simboli di un contesto sociale eterogeneo e terribile; “Reverse”, una serie di piccoli lavori dai colori magici, esposta nei locali della Libreria Prosperi di Ascoli Piceno, visitata da un folto pubblico di estimatori soprattutto giovani. Ancora nel 2012, Vittorio Amadio ha dato alle stampe la sua idea di arte, un piccolo compendio dal titolo “Per me l’arte è…”, la cui lettura risulta indispensabile per chi voglia percorrere, insieme con il maestro di Castel di Lama, un mondo dell’arte estremamente particolare, personale, intimo, corrosivo qual è quello di Vittorio Amadio.
Iniziano i rapporti con la Slovacchia e, soprattutto, con due località, Kosice e Bratislava, nelle quali il maestro si reca per farsi conoscere e per rinsaldare legami instaurati in altri tempi e in contesti diversi. Ancora in corso è la personale di Vittorio Amadio presso la J&T Bank di Bratislava, mentre per Kosice sono previste performance da realizzarsi nel 2014, dopo la presentazione dell’opera del maestro avvenuta nel mese di febbraio 2013.
Contemporaneamente, sempre nella primavera del 2013 (22 maggio), Amadio inaugura una prestigiosa “antologica” a Roma nello spazio espositivo del Complesso ex Mulini Biondi. Oltre cento opere fra dipinti, incisioni, sculture e dolmen che vengono viste da moltissime persone che rimangono stupite dalla versatilità di Vittorio Amadio sui diversi fronti dell’arte. Amadio, nella antologica di Roma, mostra senza alcun senso di “timidezza narrativa”, l'intero suo percorso artistico, rendendo pubblici, in questo modo, i suoi diversi “sentire” nel campo dell'arte, pur mantenendo rigidamente lo stile che, nel frattempo, lo ha reso celebre nel mondo.
Folgorante però, per il maestro Amadio, l’incontro con il Medio Oriente e l’Oriente. Gli uomini, le donne, i luoghi, gli spazi e gli orizzonti di un immenso Continente che gli hanno fatto scoprire una nuova dimensione non solo artistica ma anche profondamente umana, e i cui sviluppi futuri sono ancora tutti da prevedere, da scoprire e da vivere. Sviluppi che lo hanno portato a una “mitica” Exibition Live nel teatro universitario di Singapore, con tre opere realizzate dal vivo durante un concerto di noti musicisti locali e internazionali, e a un primo contatto con il pubblico cinese concretizzatosi in una mega mostra tenutasi a Xiamen, nel corso della quale le opere di Vittorio Amadio, messe all’asta per beneficenza, hanno portato a un “tutto venduto” che consentirà la costruzione di una scuola in una zona della Cina colpita dal terremoto e in piena fase di ricostruzione. La mostra di Xiamen, ha aperto altre prospettive e fatto nascere ulteriori sviluppi. Opere di Amadio sono state infatti richieste dal Museo d’Arte Contemporanea e dalla municipalità di Xiamen.
Inoltre, partendo dai rapporti di collaborazione nati nel frattempo con la Fondazione Tzu-Chi, al maestro Amadio è stato richiesto di dipingere una parete della pagoda buddista di Kuala Lumpur, fatto eccezionale visto che l’artista italiano sarà il primo pittore di arte contemporanea a “contaminare” un luogo sacro con i suoi colori e le sue rappresentazioni di “pensieri”. L’apertura del mercato d’arte cinese, è il più grosso risultato che il maestro di Castel di Lama poteva raggiungere, considerato che è solo il frutto della sua arte e del modo di porla, lasciando alle persone dotate di cuore e di sensibilità il compito di viverle. Continua il lavoro espositivo in Italia e, nel 2014, (7 ottobre) inaugura alla Camera di Commercio di Chieti, “Colores”, una mostra di dipinti e sculture che vuole ricordare, e omaggiare, la mostra tenuta 15 anni prima in Spagna, a Barcellona, in occasione dell'arrivo del Terzo Millennio. Una mostra, quella, che gli permise di entrare a far parte della Hall of Fame del Barcellona Calcio, al Santiago Bernabeu.
Molte e variegate, le mostre che gli vengono dedicate, comprese quelle alla Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto e alle Cantine Siliquini di Castel di Lama del 2015, un modo di essere presente e di valorizzare il territorio attraverso le sue opere.
Notevole la sua produzione editoriale, libri-cataloghi delle sue opere che entrano a far parte delle collezioni librarie di case d'asta, musei e gallerie in Italia e nel mondo.
È del febbraio 2014, “Da segno al senso”, un libro-catalogo di 527 pagine riproduce e propone oltre 1000 opere di Vittorio Amadio che vanno dal 2007 al 2013, edito in collaborazione con Artdiomar di Roma.
Colores” è invece il catalogo della mostra tenuta a Chieti nell'ottobre del 2014, presso la Bottega dell'Arte e la sala Expo della Camera di Commercio, una mostra che ha visto la presenza di oltre mille persone, di scuole e associazioni. Inizia nel frattempo la collaborazione con la Fondazione Archivio Storico ed escono le pubblicazioni che ne segnano la partnership.
A gennaio del 2015 esce Un secondo una vita. Storia di un grande artista Nel febbraio del 2015 Segni&Contrappunti a marzo e ci aggrappiamo al Kaos a giugno P&P Passanti e Pedoni un libro-antologia di 383 pagine, che riporta oltre novecento ritratti di Gente che passa nelle capitali mondiali che Vittorio Amadio ha visitato e nelle quali ha realizzato mostre o performance: Roma, Parigi, Londra, Barcellona, Singapore, Taipei, Xiamen, Kuala Lumpur, New York e la mitica e sognante Shangri-La. A luglio 2015 esce Once Upon A Time la prima favola edita dal Maestro di Castel di Lama in collaborazione, come per l'ultima parte della sua bibliografia, con il giornalista e scrittore Massimo Consorti. La collaborazione con Consorti permette a Vittorio Amadio di svariare ancora di più nel campo della letteratura, della mitologia, della poesia e della musica. Le opere del Maestro Amadio iniziano a parlare di Neruda, di Ikmet, di Whitman, di Mishima e Murakami, volti, spatolate, schizzi di colore invadono un mondo fino a quel momento insondato. I giudizi di critica e di pubblico premiano questa linea e danno la stura alla creazione di un blog d'arte di Vittorio Amadio (http://vamadio.blogspot.it/), che a oggi conta più di centomila contatti da tutto il mondo.


Bibliografia. Musei. Pinacoteche

- Catalogo Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea delle Marche ed Emilia Romagna
- Pinacoteca d'Arte Contemporanea, città di Avezzano
- Pinacoteca Dantesca, Torre dè Passeri
- Museo-Pinacoteca "Enrico Mattei" Civitella Roveto
- Arte Moderna, L'Arte Moderna dal Secondo Dopo Guerra ad Oggi. Numero 32
- Albo dei pittori e degli scultori 2001, ENAP
- FCB Futbol Club Barcelona, Memòria Anual 2001/2002
- Guia de arte '03, Spagna
- Guia de arte '04, Spagna
- Mail Art, Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Termoli
- Museo Internazionale di Mail art "Operazione Controguerra"
- Museo Abruzzese Arti Grafiche, MAAG - Castel Di Ieri
- Dizionario Enciclopedico internazionale d'Arte Contemporanea 200/2001
- Pinacoteca Graziosi-Peschi, sez. arte contemporanea
- 10 anys De Fira d'Art a Salàs de Pallars
- Catalogo Centro Arte Moderna Contemporanea, La Collezione Battolini, La Spezia
- Museo delle generazioni italiane del '900 "G. Bargellini" Pieve Di Cento
- Amadio. Colores. Catalogo per la mostra personale di Chieti. 2014
- Amadio. Un secondo una vita. Opere storicizzate. Catalogo oro. 2014
- Amadio. Segni&Contrappunti. Opere museali. 2014
- Amadio. Passanti&Pedoni. 2015
- Amadio. Once Upon A Time – C'era una volta. Collana favole. 2015


Volumi d'arte

- Storia dell'Arte italiana del '900 Generazione anni Trenta
- Le Marche e il XX secolo, Atlante degli artisti

Case d'asta, arte moderna e contemporanea

Christie's, Pandolfini casa d'aste, Babuino casa d'asta, Casa d'asta Meeting Art, Farsettiarte

Esposizioni recenti

1990 - "Esorcizzare il fiume", Palazzo Municipale, personale di scultura, Ripatransone. "Miniquadri", Galleria Rosati, personale di piccolo formato, Ascoli Piceno
1991 - "Arte come luogo della memoria", biennale di arte contemporanea, Torre San Patrizio
1992 - "Motu proprio, - astrazione e o figurazione, omaggio ad Umberto Peschi", Ia rassegna d'Arte contemporanea, Monteprandone
1993 - "Omaggio ad Alfio Ortenzi" Galleria La Sfinge Malaspina, Ascoli Piceno.
"Fiera del libro, libro d'artista", personale d'incisione e libro d'arte, libreria Rinascita, Ascoli Piceno. Mostra pittorica e grafica di artisti marchigiani dedicarta a "Luigi Bartolini", Museo Internazionale dell'etichetta, Cupramontana
1994 - "Kunst eute im Piceno Nevn zegunchalten" Trier, Germania. "Arte d'oggi nelle marche dal piceno al montefeltro", Ripe 94, Cavoleto 94.
1995 - "Profilo d'artista", rassegna di arte contemporanea itinerante, galleria La Sfinge Malaspina, Ascoli Piceno. Galleria Defra, Pescara. Pio Sodalizio Dei Piceni, Roma. XLV Rassegna d'Arte G.B. Salvi e Piccola Europa, Sassoferrato.
"Vittorio Amadio", personale di pittura e scultura, Antica Abbadia dei Celestini, Corropoli.
L'incisione nelle Marche - calcografia-xilografia. Fermo.
Sztuka Rytownicza w Marche-Miedziorytnicwo - Drzeworytnictwo, Cracovia.
Linea di ricerca III, Omaggio a Licini, galleria il Cenacolo, Pescara.
"Il tempo della violenza", personale di pittura, Battistero di Ascoli Piceno.
Da segnalare, inoltre, le mostre che Vittorio Amadio ha tenuto:
  • al Castello Manservisi di Castelluccio di Porretta Terme;
  • alla Libreria Prosperi di Ascoli Piceno; -
  • alle oltre cento opere esposte nei locali dei Mulini Biondi a Roma;
  • la mostra-anniversario dei 15 anni dell'esposizione di Barcellona, dal titolo “Colores”, tenuta nel 2014 presso i locali della Camera di Commercio di Chieti;
- la mostra alla Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto (Teramo)

- la mostra presso le Cantine Siliquini di Castel di Lama.


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