Vittorio Amadio è nato a Castel Di Lama nel 1934.
Pittore, scultore e incisore,
artista a tutto tondo è un profondo conoscitore di materiali (ferro,
alluminio, acciaio, legno, pietre di fiume e di montagna, creta,
ceramica e inoltre oro, argento e pietre preziose), che trasforma in
opere d’arte nelle quali la creatività e l’originalità
rappresentano i punti di partenza del suo essere uomo e, appunto,
artista.
Spirito libero, inquieto, privo di
qualsiasi schema precostituito fin dalla giovinezza, vive con un
profondo disagio interiore i primi anni del dopoguerra di un’Italia
cupa, grigia, ancora ferita dall’occupazione nazista, dalle bombe,
dalla fame, dalla povertà e da un senso di morte e di mortificazione
che sembrano trasformare il Paese in un immenso sudario: “Perfino
le automobili – dirà Amadio molti anni dopo - erano il segno di
quella Italia. Nere o grigie o blu notte, ravvivate ogni tanto da una
striscia bianca che metteva tristezza”. Disagio a tutto tondo,
insomma, che gli impedisce in alcuni momenti, perfino di respirare,
se non fosse stato per quel sottile rapporto interpersonale intessuto
fin da subito con le donne. Soltanto sognate, immaginate nelle lunghe
notti insonni trascorse in collegio, inseguite come fossero madonne
rinascimentali, le donne con il profilo tracciato nel suo
particolare, e unico, mondo, rappresentavano l'ancora di salvezza, un
porto sicuro nel quale far approdare una nave mai alla deriva, con la
prua puntata verso l'immenso.
Gli anni trascorsi in collegio, la
disciplina ferrea alla quale viene sottoposto, e da cui riusciva a
fuggire con il pensiero e con un’idea di arte (sinonimo e simbolo
di libertà) che aveva iniziato a pervaderlo, gli formano quel
carattere ribelle e “indisciplinato” che lo accompagnerà per
tutta la vita. Profondamente e negativamente colpito dalle violenze
viste, e subite, appena pochi anni prima, quando arriva il momento di
prestare il servizio militare, Vittorio Amadio decide di fuggire
dalla divisa, dalle armi e, ancora una volta, dalla disciplina.
Decide quindi di disertare, un obiettore di coscienza ante litteram.
Convinti i genitori, che con grande sacrificio gli acquistano un
biglietto per la nave, parte nel 1953 dal porto di Genova per andare
in Venezuela, paese dell’America Latina in crescita che ospita già
una numerosa comunità di emigrati italiani. La promessa che fa alla
madre prima di partire è quella che tornerà in Italia nel momento
in cui lei gli spedirà il congedo militare. Trascorreranno 15 anni.
Appena sbarcato a La Guaira, il porto di Caracas, viene colpito
positivamente dalle automobili che circolano in quel paese: colorate
di rosso e di giallo, segno inequivocabile di un senso della vita
opposto a quello italiano. Il Venezuela ha il canto nelle vene, e gli
si offre in tutta la sua enorme potenzialità.
Sprovvisto di qualsiasi esperienza
lavorativa, ma animato da uno spirito d’avventura innato, Amadio
impara presto una serie di mestieri che lo mettono nelle condizioni
di vivere e di cibarsi regolarmente.
È idraulico, muratore, imbianchino,
meccanico di automobili ed elettricista, tutti lavori che, pur non
avendo insita alcuna base di conoscenza teorica né pratica, apprende
in pochissimo tempo. Vive a Caracas, dove la vita scorre senza grandi
emozioni, che gli riserva un discreto rapporto con l’universo
femminile e che, da quel momento, inizierà ad avere un ruolo
importantissimo nella vita del futuro artista.
Proprio a causa di un’avventura
sentimentale “pericolosa”, una storia di cappa e spada d'altri
tempi, Amadio lascia la capitale per andare a vivere nel posto più
“selvaggio” e misterioso del Venezuela, Maracaibo. L'artista
porta sempre con sé la poesia, la pittura, la scultura e una sete
infinita di conoscenza che saranno le compagne di sempre, le uniche
con le quali abbia intimamente convissuto.
A Maracaibo trova lavoro in una
compagnia petrolifera, vive una vita quasi agiata, si sposa e ha una
figlia. Sente la necessità di crescere anche culturalmente e di
approfondire alcuni temi che lo hanno sempre affascinato. Frequenta
un corso molto particolare all’Università di Maracaibo nel quale
si insegnano e si analizzano la pranoterapia, l’ipnotismo, il
magnetismo, la metempsicosi e si compiono viaggi all’interno del
mondo dell’esoterismo. Ma mentre gli insegnanti e gli altri
studenti del corso partono da una concezione quasi “immanente”
della materia di studio, Amadio sconvolge gli schemi riportando tutti
i discorsi all’Uomo, un percorso basato sull’umano e non sul
divino.
Dipinge e scolpisce, ma quasi per un
gioco da fare con se stesso e per se stesso nei momenti in cui
avverte il bisogno di volare alto, di estraniarsi, di entrare in
contatto diretto con l’infinito.
Arriva il congedo militare e Amadio,
come promesso ai genitori, torna in Italia ma non da solo, porta con
sé la figlia e la moglie che, di lì a breve, morirà. L’Italia
non è più il Paese che ha lasciato e che, dopo aver vissuto tanti
anni in una dimensione di vastità quasi senza confini, trova
irrimediabilmente “piccolo”. Senza più contatti né amici,
Amadio ha la necessità di lavorare per portare avanti la famiglia.
Non trovando una collocazione adeguata nel suo paese di origine,
torna a lavorare per una compagnia petrolifera, l’Agip, che lo
porterà a viaggiare per il mondo: Europa del Nord, Africa e Oriente.
Quando si trova a trascorrere lunghi
periodi in Italia, Amadio mette a frutto le sue conoscenze nei campi
della pranoterapia e del magnetismo, ottenendo un consenso che arriva
a fargli incontrare personaggi molto importanti della vita politica,
economica, artistica e culturale della fine degli Anni ’60. A
fianco di quella che è diventata ormai la sua principale attività,
Amadio aggiunge l’arte che inizia ad avere un posto molto
importante nella sua vita fino a fargli aprire uno studio a Roma, nel
quartiere Parioli. Sono anni scapestrati nei quali, Vittorio Amadio
entra in contatto con la Roma dell'arte e della politica, un jet-set
che lo condurrà a stringere amicizie sempre più importanti, a
possedere fuoriserie, a vivere in un mondo fino a quel momento solo
immaginato. Vive l'esplosione dell'Arte Contemporanea alla quale si
iscrive solo idealmente. Il suo concetto di arte, infatti, è ben più
profondo di una vendita al mercato, fatta da mercanti senza scrupolo
che navigano sulla scia dell'onda dominante in quel momento. Ma,
nauseato soprattutto dalla piega che la pranoterapia sta prendendo in
Italia, sempre più vittima di pseudo-maghi, millantatori e di
sedicenti professionisti, decide di staccarsi da una professione che
lo ha profondamente demotivato e deluso, e di dedicare all’arte più
tempo. Nel 1970 espone per la prima volta in pubblico a Pescara; una
mostra personale di dipinti e sculture che ha un notevole successo e
che lo porterà in giro per l’Europa, in mostre realizzate
soprattutto in Germania, Olanda e Svezia, tutte realtà raggiunte in
automobile per un irrefrenabile desiderio di viaggio non solo visivo
ma umano.
L’attività espositiva di Vittorio
Amadio diventa frenetica come frenetica è la sua produzione. Le sue
mostre si svolgono contemporaneamente in più paesi europei e la sua
fama aumenta di pari passo con gli eventi ai quali partecipa sempre
da protagonista, mai da comprimario. Ma anche questo periodo dura
poco perché l’artista medita di ritirarsi dal mercato delle mostre
per approfondire di più il suo percorso esistenziale e
professionale. Amadio inizia ad esplorare se stesso, a definire il
senso della sua arte, a darle connotati sempre più forti, marcati,
simbolici. Influiscono la sua spontaneità, la sua idea di “mano
più veloce del pensiero”, del tratto che racchiude una storia, di
una teoria dei colori basata sull’intuizione istantanea di un
pensiero, di una suggestione, di una emozione e perfino di un battito
d’ali.
Comincia a pensare che per essere
viva l’arte non deve avere mediazioni, non deve basarsi su schemi
prefissati, essere figlia di nessuna teoria. Per Vittorio Amadio
conta l’”attimo”, l’istante in cui la mano posa il pennello e
la spatola sulla tela o lo scalpello scalfisce la pietra o modella il
legno. Inizia a disegnare con il tratto unico che forma il tutto e il
niente, una figura e una espressione, un ritratto o un animale in
fuga: basta interpretarne il senso.
Diventa l’artista
dell’”inafferrabile”, incollocabile com’è in una qualsiasi
delle correnti pittoriche di quel momento. E’ il pittore delle
“maschere”, dei volti asimmetrici e a-sistemici che ricordano
l’ancestralità del disegno rupestre, la sinuosità delle figure
degli aborigeni, la staticità delle sculture africane, i profili
degli indios, tutte esperienze studiate o vissute in prima persona.
La sua arte diventa pura
immaginazione, finzione, libera interpretazione, gesti che si
susseguono in movimenti tanto repentini quanto assoluti e che, come
tali, non possono essere né catalogati né descritti seguendo
tipologie e metodologie pittoriche da Storia dell’Arte.
Sviluppa l’incisione e arriva a
scandagliare la “medaglistica”.
Plasma l’oro e l’argento, lavora
i metalli in lamine quasi fossero bassorilievi e dando a ogni pezzo
la particolarità della unicità. Amadio è l’artista del ”uno
per sempre”, perché ogni segno, ogni pennellata, ogni spatolata è
un momento unico e irripetibile come le sue opere nella loro
interezza e nella loro complessità.
Ad Ascoli Piceno apre il suo atelier
in uno dei luoghi storici più prestigiosi della città, Palazzo
Malaspina, e fonda nel 1975 l’associazione “La Sfinge Malaspina”,
che diventa il motore propulsivo di una serie di importanti eventi
artistici a livello nazionale e internazionale.
Continua, sempre per ragioni
economiche e di sostegno alla famiglia, a lavorare anche in altri
settori fino a diventare il capo di un’industria manifatturiera
nella quale opererà fino al 1976, anno in cui decide che l’arte,
intesa come pittura, scultura, grafica e incisione sarà la sua vita.
Durante il periodo “manifatturiero”, Amadio trova il modo di
distinguersi inventando nuovi macchinari, organizzando il lavoro in
tempi e ritmi fino a quel momento sconosciuti e basando la sua fase
industriale sul senso e il rispetto per le persone. Personaggi che
gravitano in un'orbita nella quale l'armonia dell'arte è, comunque,
priorità.
Esaurito il periodo del
manifatturiero spinto, e ritrovato il gusto e l'amore per l'arte,
torna a girare l’Europa e saranno anni nei quali le opere di
Vittorio Amadio viaggiano in Francia, in Spagna, in Germania, in
Olanda, in Svezia, in Austria, in Ucraina, in Bielorussia e
ovviamente in Italia, dove le sue opere vengono acquistate dai musei
e invitate a collettive e personali sempre più prestigiose. Nel 1994
inizia a lavorare la ceramica che usa per le realizzazioni più
diverse, colorandola o presentandola in monocromie che hanno un
successo immediato. Si lancia nella produzione di oggettistica d’arte
che rappresenta l’applicazione “utile” delle sue creazioni:
servizi da tè e da caffè, piatti, basi per lampade, piastrelle e
mattonelle. Poi arriva il cartone, e i “dolmen” colorati (di
quasi tre metri di altezza) iniziano a formare un bosco incantato che
non si trova in nessuna parte del mondo se non nel suo studio presso
il museo Arte On. Vittorio Amadio viene chiamato anche a insegnare,
si ritrova quindi maestro di incisione calcografica e serigrafia nel
“Villaggio del Fanciullo” di Ascoli Piceno.
Non pago delle mille sfaccettare che
compongono ormai il suo vissuto d’artista, Amadio continua la sua
opera meritoria di promotore culturale e fonda, nel 1999,
l’Associazione “Creative Italian Art”, una struttura che opera
nella città di Screnton (U.S.A.), dedicata alla promozione dell’arte
contemporanea italiana negli States. Il 1999 è anche l’anno di uno
dei momenti indimenticabili della carriera artistica di Amadio. Già
da tempo attivo in Spagna, il Maestro viene invitato a partecipare
alla Mostra d’Arte con la quale il Paese iberico darà il benvenuto
all’anno 2000. In una esposizione senza precedenti, le opere di
Vittorio Amadio vengono esposte insieme a quelle di Subira e di Pablo
Picasso, un evento nell’evento che rafforza la fama di Vittorio
Amadio non solo in Spagna ma anche nel resto del mondo.
L’anno successivo (2001) sulla
scia dell’esaltante esperienza spagnola e volendo dare al suo
impegno dell’arte una dimensione transnazionale, fonda a Castel Di
Lama, suo paese natale, il Museo Laboratorio “Arte on”, portato
avanti con grande professionalità e passione insieme alla compagna
(anche lei artista raffinata e fuori da ogni schema) Marisa Marconi.
Con il tempo, “Arte On” diventa
non solo un luogo frequentato da insigni personaggi (critici,
storici, artisti e letterati) della cultura italiana e
internazionale, ma anche il tentativo più evidente di dare uno
spazio di vita frequentabile, visibile e soprattutto stabile all’Arte
Contemporanea. Il Museo Laboratorio “Arte On”, infatti, oltre che
le opere di Vittorio Amadio e di Marisa Marconi, ospita le creazioni
dei più famosi maestri dell’Arte Contemporanea mondiale e, a dare
un segno inequivocabile di attaccamento alla sua terra d’origine,
dei maggiori artisti marchigiani del Novecento. Arte On è uno spazio
unico e non clonabile, un luogo in cui la formazione diventa prassi e
il lavoro legato alla produzione artistica, viva sperimentazione.
Considerato quasi un eremo, visto il luogo in cui nasce ed è
collocato, il Museo Arte On non ha la seriosità di luoghi simili,
riuscendo a rendere “umano” ogni passo che si compie al suo
interno. Ormai nonno, nella sede del Museo, Amadio ritrova e rivive
la sua giovinezza prendendo per mano non solo le nipotine, ma anche i
bambini delle scuole che visitano un luogo brillante di forme e
colori.
Numerose e prestigiose le rassegne
alle quali ha partecipato su invito. Tra queste vanno ricordate il
“Premio Sulmona”, il “Premio Vasto”, il “Premio Valle
Roveto”, il “Premio Gian Battista Salvi” e il “Premio
Emigrazione” che, nel 2007, gli dedicò una sala destinata a
rendere omaggio alla sua arte grafica.
Numerosi sono inoltre i musei in
Italia e all’estero che ospitano opere fra le più significative
della sua produzione, come il “Museo Dantesco” di Fortunato
Bellonzi di Torre dè Passeri, unico nel suo genere essendo
completamente dedicato alla esposizione di opere che illustrano i
“Canti” della “Divina Commedia”.
Della sua multiforme attività si
sono interessati, e hanno scritto, i più illustri storici italiani
dell’Arte Contemporanea a cominciare da De Santi, per proseguire
con De Micheli, Ginesi, Toniato, Melloni, Cadena, Montané,
Strozzieri e per finire, in particolare, Giorgio Di Genova che lo ha
inserito con ampio risalto nella sua monumentale “Storia dell’arte
italiana del ‘900” (generazione Anni Trenta) edito dalla Bora di
Bologna.
Negli ultimi due anni, l’attività
di Vittorio Amadio è diventata, se possibile, ancora più frenetica.
Iniziando a impostare le sue esposizioni sulla base di “racconti”
a tema, le sue opere non hanno trovato la loro collocazione solo
nelle solite sedi artistiche “istituzionali”, ma hanno iniziato a
viaggiare in Internet trasformate in percorsi e immagini sequenziali.
E’ del 2012 l’opera “Metamorphosis”, un dipinto lungo 258
metri, che su YouTube è diventato un vero e proprio video d’arte
basato sui testi a corredo di Ovidio Nasone e Franz Kafka. Sempre nel
2012, Amadio sviluppa due percorsi artistico-narrativi “esemplari”:
“I giorni dopo la notte”, che, esposta al Castello Manservisi di
Castelluccio di Porretta Terme, ha visualizzato una lunga serie di
orizzonti-simboli di un contesto sociale eterogeneo e terribile;
“Reverse”, una serie di piccoli lavori dai colori magici, esposta
nei locali della Libreria Prosperi di Ascoli Piceno, visitata da un
folto pubblico di estimatori soprattutto giovani. Ancora nel 2012,
Vittorio Amadio ha dato alle stampe la sua idea di arte, un piccolo
compendio dal titolo “Per me l’arte è…”, la cui lettura
risulta indispensabile per chi voglia percorrere, insieme con il
maestro di Castel di Lama, un mondo dell’arte estremamente
particolare, personale, intimo, corrosivo qual è quello di Vittorio
Amadio.
Iniziano i rapporti con la
Slovacchia e, soprattutto, con due località, Kosice e Bratislava,
nelle quali il maestro si reca per farsi conoscere e per rinsaldare
legami instaurati in altri tempi e in contesti diversi. Ancora in
corso è la personale di Vittorio Amadio presso la J&T Bank di
Bratislava, mentre per Kosice sono previste performance da
realizzarsi nel 2014, dopo la presentazione dell’opera del maestro
avvenuta nel mese di febbraio 2013.
Contemporaneamente, sempre nella
primavera del 2013 (22 maggio), Amadio inaugura una prestigiosa
“antologica” a Roma nello spazio espositivo del Complesso ex
Mulini Biondi. Oltre cento opere fra dipinti, incisioni, sculture e
dolmen che vengono viste da moltissime persone che rimangono stupite
dalla versatilità di Vittorio Amadio sui diversi fronti dell’arte.
Amadio, nella antologica di Roma, mostra senza alcun senso di
“timidezza narrativa”, l'intero suo percorso artistico, rendendo
pubblici, in questo modo, i suoi diversi “sentire” nel campo
dell'arte, pur mantenendo rigidamente lo stile che, nel frattempo, lo
ha reso celebre nel mondo.
Folgorante però, per il maestro
Amadio, l’incontro con il Medio Oriente e l’Oriente. Gli uomini,
le donne, i luoghi, gli spazi e gli orizzonti di un immenso
Continente che gli hanno fatto scoprire una nuova dimensione non solo
artistica ma anche profondamente umana, e i cui sviluppi futuri sono
ancora tutti da prevedere, da scoprire e da vivere. Sviluppi che lo
hanno portato a una “mitica” Exibition Live nel teatro
universitario di Singapore, con tre opere realizzate dal vivo durante
un concerto di noti musicisti locali e internazionali, e a un primo
contatto con il pubblico cinese concretizzatosi in una mega mostra
tenutasi a Xiamen, nel corso della quale le opere di Vittorio Amadio,
messe all’asta per beneficenza, hanno portato a un “tutto
venduto” che consentirà la costruzione di una scuola in una zona
della Cina colpita dal terremoto e in piena fase di ricostruzione. La
mostra di Xiamen, ha aperto altre prospettive e fatto nascere
ulteriori sviluppi. Opere di Amadio sono state infatti richieste dal
Museo d’Arte Contemporanea e dalla municipalità di Xiamen.
Inoltre, partendo dai rapporti di
collaborazione nati nel frattempo con la Fondazione Tzu-Chi, al
maestro Amadio è stato richiesto di dipingere una parete della
pagoda buddista di Kuala Lumpur, fatto eccezionale visto che
l’artista italiano sarà il primo pittore di arte contemporanea a
“contaminare” un luogo sacro con i suoi colori e le sue
rappresentazioni di “pensieri”. L’apertura del mercato d’arte
cinese, è il più grosso risultato che il maestro di Castel di Lama
poteva raggiungere, considerato che è solo il frutto della sua arte
e del modo di porla, lasciando alle persone dotate di cuore e di
sensibilità il compito di viverle. Continua il lavoro espositivo in
Italia e, nel 2014, (7 ottobre) inaugura alla Camera di Commercio di
Chieti, “Colores”, una mostra di dipinti e sculture che vuole
ricordare, e omaggiare, la mostra tenuta 15 anni prima in Spagna, a
Barcellona, in occasione dell'arrivo del Terzo Millennio. Una mostra,
quella, che gli permise di entrare a far parte della Hall of Fame del
Barcellona Calcio, al Santiago Bernabeu.
Molte e variegate, le mostre che gli
vengono dedicate, comprese quelle alla Fortezza Borbonica di
Civitella del Tronto e alle Cantine Siliquini di Castel di Lama del
2015, un modo di essere presente e di valorizzare il territorio
attraverso le sue opere.
Notevole la sua produzione
editoriale, libri-cataloghi delle sue opere che entrano a far parte
delle collezioni librarie di case d'asta, musei e gallerie in Italia
e nel mondo.
È del febbraio 2014, “Da segno al
senso”, un libro-catalogo di 527 pagine riproduce e propone oltre
1000 opere di Vittorio Amadio che vanno dal 2007 al 2013, edito in
collaborazione con Artdiomar di Roma.
“Colores” è invece il catalogo
della mostra tenuta a Chieti nell'ottobre del 2014, presso la Bottega
dell'Arte e la sala Expo della Camera di Commercio, una mostra che ha
visto la presenza di oltre mille persone, di scuole e associazioni.
Inizia nel frattempo la collaborazione con la Fondazione Archivio
Storico ed escono le pubblicazioni che ne segnano la partnership.
A gennaio del 2015 esce Un
secondo una vita. Storia di un grande artista Nel febbraio del
2015 Segni&Contrappunti a marzo e
ci aggrappiamo al Kaos a giugno P&P
Passanti e Pedoni un libro-antologia di 383 pagine, che riporta
oltre novecento ritratti di Gente
che passa nelle capitali mondiali che Vittorio Amadio ha visitato
e nelle quali ha realizzato mostre o performance: Roma, Parigi,
Londra, Barcellona, Singapore, Taipei, Xiamen, Kuala Lumpur, New York
e la mitica e sognante Shangri-La. A luglio 2015 esce Once
Upon A Time la prima favola edita
dal Maestro di Castel di Lama in collaborazione, come per l'ultima
parte della sua bibliografia, con il giornalista e scrittore Massimo
Consorti. La collaborazione con Consorti permette a Vittorio Amadio
di svariare ancora di più nel campo della letteratura, della
mitologia, della poesia e della musica. Le opere del Maestro Amadio
iniziano a parlare di Neruda, di Ikmet, di Whitman, di Mishima e
Murakami, volti, spatolate, schizzi di colore invadono un mondo fino
a quel momento insondato. I giudizi di critica e di pubblico premiano
questa linea e danno la stura alla creazione di un blog d'arte
di Vittorio Amadio (http://vamadio.blogspot.it/),
che a oggi conta più di centomila contatti da tutto il mondo.
Bibliografia. Musei. Pinacoteche
- Catalogo Regionale d'Arte Moderna
e Contemporanea delle Marche ed Emilia Romagna
- Pinacoteca d'Arte Contemporanea,
città di Avezzano
- Pinacoteca Dantesca, Torre dè
Passeri
- Museo-Pinacoteca "Enrico
Mattei" Civitella Roveto
- Arte Moderna, L'Arte Moderna dal
Secondo Dopo Guerra ad Oggi. Numero 32
- Albo dei pittori e degli scultori
2001, ENAP
- FCB Futbol Club Barcelona, Memòria
Anual 2001/2002
- Guia de arte '03, Spagna
- Guia de arte '04, Spagna
- Mail Art, Galleria Civica d'Arte
Contemporanea, Termoli
- Museo Internazionale di Mail art
"Operazione Controguerra"
- Museo Abruzzese Arti Grafiche,
MAAG - Castel Di Ieri
- Dizionario Enciclopedico
internazionale d'Arte Contemporanea 200/2001
- Pinacoteca Graziosi-Peschi, sez.
arte contemporanea
- 10 anys De Fira d'Art a Salàs de
Pallars
- Catalogo Centro Arte Moderna
Contemporanea, La Collezione Battolini, La Spezia
- Museo delle generazioni italiane
del '900 "G. Bargellini" Pieve Di Cento
- Amadio. Colores. Catalogo per la
mostra personale di Chieti. 2014
- Amadio. Un secondo una vita. Opere
storicizzate. Catalogo oro. 2014
- Amadio. Segni&Contrappunti.
Opere museali. 2014
- Amadio. Passanti&Pedoni. 2015
- Amadio. Once Upon A Time – C'era
una volta. Collana favole. 2015
Volumi d'arte
- Storia dell'Arte italiana del '900
Generazione anni Trenta
- Le Marche e il XX secolo, Atlante
degli artisti
Case d'asta, arte moderna e
contemporanea
Christie's, Pandolfini casa d'aste,
Babuino casa d'asta, Casa d'asta Meeting Art, Farsettiarte
Esposizioni
recenti
1990 -
"Esorcizzare il fiume", Palazzo Municipale, personale di
scultura, Ripatransone.
"Miniquadri", Galleria Rosati, personale di piccolo
formato,
Ascoli Piceno
1991 - "Arte
come luogo della memoria", biennale di arte contemporanea, Torre
San Patrizio
1992 - "Motu
proprio, - astrazione e o figurazione, omaggio ad Umberto Peschi",
Ia rassegna d'Arte contemporanea, Monteprandone
1993 -
"Omaggio ad Alfio Ortenzi" Galleria La Sfinge Malaspina,
Ascoli
Piceno.
"Fiera
del libro, libro d'artista", personale d'incisione e libro
d'arte, libreria Rinascita, Ascoli
Piceno. Mostra
pittorica e grafica di artisti marchigiani dedicarta a "Luigi
Bartolini", Museo Internazionale dell'etichetta, Cupramontana
1994 - "Kunst
eute im Piceno Nevn zegunchalten" Trier,
Germania. "Arte d'oggi nelle marche dal piceno al montefeltro",
Ripe
94, Cavoleto
94.
1995 -
"Profilo d'artista", rassegna di arte contemporanea
itinerante, galleria La Sfinge Malaspina, Ascoli
Piceno.
Galleria Defra, Pescara.
Pio Sodalizio Dei Piceni, Roma.
XLV Rassegna d'Arte G.B. Salvi e Piccola Europa, Sassoferrato.
"Vittorio
Amadio", personale di pittura e scultura, Antica Abbadia dei
Celestini, Corropoli.
L'incisione
nelle Marche - calcografia-xilografia. Fermo.
Sztuka
Rytownicza w Marche-Miedziorytnicwo - Drzeworytnictwo, Cracovia.
Linea di
ricerca III, Omaggio a Licini, galleria il Cenacolo, Pescara.
"Il tempo
della violenza", personale di pittura, Battistero di Ascoli
Piceno.
Da segnalare,
inoltre, le mostre che Vittorio Amadio ha tenuto:
- al Castello Manservisi di Castelluccio di Porretta Terme;
- alla Libreria Prosperi di Ascoli Piceno; -
- alle oltre cento opere esposte nei locali dei Mulini Biondi a Roma;
- la mostra-anniversario dei 15 anni dell'esposizione di Barcellona, dal titolo “Colores”, tenuta nel 2014 presso i locali della Camera di Commercio di Chieti;
- la mostra
alla Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto (Teramo)
- la mostra
presso le Cantine Siliquini di Castel di Lama.
Un bravo e coerente artista.
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