lunedì 10 aprile 2017

Vittorio Amadio. Le immagini dell'Art-Exhibitions a BASE Milano per la Design Week















... ma Modom non si è accontentata di proporre al grande pubblico e agli esperti di settore, il proprio lavoro. Ha voluto personalizzarlo ancora di più chiamando un artista noto in molte parti del mondo, Vittorio Amadio da Castel di Lama, che su una parete esterna di un modulo abitativo, ha dipinto un'opera unica e irriproponibile.
L'art-exhibition di Amadio, il creare lì, in quel momento, un'opera, ha coinvolto centinaia di persone armate di webcam e smartphone. Una potenza nella gestualità e nel tracciare linee e volute, che ha affascinato ed entusiasmato.
Un modo di produrre arte che ha avvicinato a quella parete, a quell'idea di casa, un pubblico proveniente da ogni parte del mondo abituato sì ad altre esibizioni, ma raramente di questo impatto. Forse a causa del laboratorio-studio del Teatro alla Scala a due passi, Amadio è stato il tenore impegnato in un romanza senza fine, un accavallamento di note e colori in grado di produrre quella sindrome sinestetica che ci permette di dare a ogni tocco di colore una musicalità diversa e compulsivamente accattivante.
Il tempo impiegato, l'abilità con la quale padroneggia qualsiasi attrezzo del suo lavoro, ha reso la performance dell'artista marchigiano quel qualcosa in più che non ha mai sfiorato lo strabordante. La disponibilità dell'artista di mettersi a nudo, dipingendo pubblicamente e senza maschere la sua opera, ha fatto il resto, facendo letteralmente impazzire un pubblico non abituato alla distanza così ridotta che intercorre fra l'artista e il suo supporto pittorico.
Integrandosi perfettamente con il contesto, Amadio è riuscito a umanizzare ciò che appare standardizzato e industrializzato, è riuscito insomma a creare quel momento che i poeti e gli artisti definiscono con una sola parola: magia.

Lea Emme

©LifeMagazine 

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