In un
tempo di solstizi impazziti, e di macchie solari minacciose, sembra
che le stagioni siano diventate un intercalare lento di parole senza
senso. In attesa dell'estate che verrà, resta il freddo dentro. Non
è questione di coprire corpi e volti e santi, ma scoprire il buco
nero del nostro io, quello in cui si precipita se non si prova a
volare. E noi aleggiamo in un mondo senza confini, in un cielo non
sempre pieno di stelle, in un'aria che tersa non è più. Guardiamo
figure e ci stupiamo. Stupirsi è ciò che resta.
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