Se c'è un aspetto che colpisce della "personale" di Vittorio Amadio a Roma (ex Mulini Biondi, fino al 12 giugno), è il connubio fra arte e architettura che spicca prepotentemente nell'allestimento. Da una parte, c'è infatti l'estro creativo a tutto tondo, e con tutti i materiali possibili, del maestro di Castel di Lama. Dall'altra il rigore estetico.formale con il quale la Pro Arch BCD (acronimo di Gianfranco Brocchetti, Marco Maria Cupelloni e Fabrizio Delle Fratte), ha inteso creare il percorso artistico-conoscitivo di un artista che fa delle forme e dei colori la sua mission spirituale. Così, sfruttando gli spazi delle nicchie nel muro, le travi del soffitto, e lasciando libero il "cammino" per i visitatori, la Pro Arch ha sistematizzato periodi e tendenze, ceramica e legno, opere acriliche e olii fino alle pregevoli incisioni che narrano di un mondo che c'è e facile da percepire, quanto complesso nella sua struttura narrativa. Illuminazione mirata, uso del plexiglass e dell'acciaio e di piedistalli di legno grezzo per le sculture, danno a una location degna di un set cinematografico, quel valore aggiunto che fa di una mostra, un'art exibition. Personaggi importanti, collezionisti, galleristi, artisti e studiosi hanno fatto da cornice a una personale destinata a far parlare di sé per l'omogeneità delle opere (visibilmente di un'unica mano) e l'eterogeneità dei supporti che ne reggono tutta la forza espressiva e comunicativa.
Il link per il filmato su YouTube
http://youtu.be/4LY2kWSbvbA
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