C’entra
nulla Arnold Schonberg. La luna
di Vittorio Amadio si rifà piuttosto alla Selene greca, il pianeta-satellite
risplendente che illumina i cammini incerti. Volare sulla superficie. Questo l’obiettivo,
questo il credo. E più la superficie si frastaglia, più cresce la curiosità
dell’esploratore. Pierrot Lunaire è movimento continuo, mosse bianche su sfondo
blu con l’aggiunta di occhi indiscreti e ovali rossi, che esaltano e risaltano
nella composizione placida di un pianeta tutto da scoprire. È gioia e
sentimento, quasi che gli innamorati possano finalmente riappropriarsene, dopo
anni di mercificazioni spietate. È la teoria del “movimento” di Vittorio Amadio
2013. È l’essenza dell’arte che non stagna, che non si autocelebra, che si
rinnova. In fondo è “solo” arte, che include però la magia.
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