Sono semplici pesci, con il muso, il
corpo e la testa. Son pesciolini che si tengono in mano e si agitano
come quelli veri anche se di ferro dipinto. Sono gli abitanti di un
mondo amato e temuto, quello che vive nell'acqua a dispetto del sole
e del sale, delle reti di pescatori disillusi, di un attimo che
arriva e scorre via proprio come l'ultima onda. Sono le piccole
sculture di Vittorio Amadio, quelle che l'artista ha pensato e
disegnato e il laser tagliato come fossero di carne e sangue, di
passato e memoria, futuro e immaginazione. In fondo, giù dove la
luce non batte e i riflessi arrivano superando la cristallinità
dell'acqua, c'è un mondo che cogliamo solo quando riusciamo a
immergerci. E non serve la muta né un respiratore perché l'aria è
lì e nulla e nessuno potrà mai né toglierla né negarla. È il
barlume delle ultime intelligenze che non sono mute ma figlie di un
colore che sa di esistenza esuberante di palpiti.
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