Ma
quanta Spagna c'è in questa breve serie di acrilici su tela! Sembra
che Vittorio Amadio si sia seduto nell'ultima fila in alto a destra
della Plaza de toros e abbia assistito, entusiasta del finale a
sorpresa, a una tauromachia al contrario. A restare incornato,
infatti, è il torero mentre intorno la gente piange e schizzano
lapilli di stelle e flashback di una vita vissuta a infilzar
mastodonti. Qui la spatola e gli schizzi improvvisi, subitanei,
immaginifici di un acrilico che non si fonde con il resto, segnano un
cammino già descritto da Lorca e che Amadio, amante viscerale della
Spagna, ha letto ed elaborato come un lutto lungo un inverno. Seguono
stelle e lacrime, sprazzi di luce in una notte che sta arrivando a
coprire di tristezza un evento, un gioco terribile, una sfida che
mette di fronte l'uomo e il toro, l'intelligenza e la forza uniti
solo da un comune cuore che batte freneticamente all'unisono.
Alle
cinque della sera.
Eran le cinque in punto della sera.
Un bambino portò il lenzuolo bianco
alle cinque della sera.
Eran le cinque in punto della sera.
Un bambino portò il lenzuolo bianco
alle cinque della sera.
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