giovedì 24 dicembre 2015
In ricordo di Carlo Melloni, critico d'arte. Amico
Carlo se n'è andato esattamente come ha vissuto: in silenzio, in punta di piedi. Eravamo amici, grandi amici, e soprattutto era un critico che aveva compreso me e la mia arte. Nel mio periodo ascolano, Carlo frequentava con assiduità l'atelier mio e di mia moglie, Marisa Marconi, ed era tanto affascinato dalle mie opere quanto da quelle di Marisa. Attento, pignolo, maniacale nei suoi giudizi, Carlo Melloni ha curato molte nostre pubblicazioni, dando a tutte il suo tocco da maestro e da cultore della lingua. Curioso, Carlo ha vissuto sempre il suo tempo non guardandosi mai indietro, ma cercando in ogni tratto, in ogni colore, lo spunto per sondare il futuro. E poi era un galantuomo, fin troppo rispettoso e sensibile alle critiche. In un mondo come quello degli artisti (e non dell'arte), nel quale i lunghi e corti coltelli sono sempre lì pronti a ferire, lui era un osservatore pungente di tecniche, stili, qualità e senza avvertire la necessità di fare sconti a qualcuno. Con Carlo Melloni se ne va una parte della mia vita, quella scapigliata, quella dell'assalto alla diligenza di un mercato folle che premiava solo gli amici dei potenti. Il tono di voce basso, lo sguardo che sembrava volesse entrarmi dentro erano le caratteristiche di un uomo di altri tempi, altre stagioni, altri lidi. Sono convinto che quel prato verde sul quale sta camminando ora, lo annoi un po'. Gli mancheranno le mie spatolate, quelle che ci (a me e a lui) facevano ridere e riflettere. Ciao amico mio.
Vittorio Amadio
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