venerdì 30 novembre 2012
martedì 27 novembre 2012
"Metamorphosis". La prefazione-nota di Massimo Consorti
Metamorphosis
Le deformità
della vita scalza
Penzolano,
come stalattiti d’inverno, le deformità innaturali della vita scalza. Le
metamorfosi continue di cuori e di caratteri, destabilizzano il cervello fino a
bombardarlo di immagini e suoni. Fuggono, sulla via non tracciata di un
sentiero di montagna, le figure amorfe di una terra senza déi né padroni, che
l’uomo attraversa pensando a ieri. Sfilano e situazioni e personaggi e storie e
volti in 258 metri di un disegno unico che sa di esperimento, se non fosse un
tratto nero che disegna inferi e paradisi. Ed è lungo il dipanarsi di trame,
che le parole assumono il senso mai compiuto di un balbettio d’altri tempi. È
li che si confondono il latino tradotto in volgare e lo slavo tradotto in
italiano, in una sequenza, senza verità apparente, di termini e di lessici
spesso fuorvianti, altre volte incastonati in frame essenziali quanto sintesi
di pensieri altri. È così che Vittorio Amadio attraversa le metamorfosi
raccontate da Ovidio e da Kafka, quasi un Gregor Samsa reincarnato che,
svegliandosi alle 7 di mattina, sente la schiena dura come una corazza piena di
ossa aguzze, e gli occhi imprigionati in capsule ardenti di un magmatico presente.
“Metamorphosis”
è un’operazione che coniuga tre momenti della cultura alta. Il primo è il
lunghissimo tratto di Vittorio Amadio. Il secondo l’interazione del tratto con
le parole. Il terzo l’apporto fondamentale della musica di Bert Appermont e di
Elisabeth Raum che, eseguita da Lito Fontana al trombone e Fausto Quintabà al pianoforte,
accompagna una storia lunga 15 minuti di scorrere lento di un mondo senza
sovrastrutture. Un percorso per bambini, quasi. Se non fosse il senso dello
sperdimento che accompagna un video-art di una sensibilità e di un impatto
travolgenti, quanto intrigante, suadente, sorprendente è il risultato finale.
Da dicembre su YouTube
(not commercial use)
giovedì 22 novembre 2012
Il primo e l'ultimo frame di "Metamorphosis". Tutto il video-art a dicembre su YouTube
Solo due frame di un lavoro estremamente complesso, in cui si fondono l'arte di Vittorio Amadio, la grande letteratura di Publio Ovidio Nasone e Franz Kafka, la musica contemporanea di Bert Appermont e Elisabeth Raum, eseguita da Lito Fontana (trombone) e Fausto Quintabà (pianoforte).
"Metamorphosis", progetto rigorosamente "not commercial use", non è solo un video-art. E' qualcosa di più, un volare e planare in un mondo amorfo che ha perduto ogni traccia di umanità.
mercoledì 14 novembre 2012
sabato 3 novembre 2012
Ancora "Metamorphosis". L'Epilogo.
Hor tu nata opra mia d'una si bella,
d'una si rara, e varia poesia,
fà noto al mondo, che l'età novella
non invidia talhor l'età di pria.
E mentre vive la Tosca favella
fà, ch'amor viva la memoria mia;
fà co'l tenor de' tuoi vivaci carmi,
ch'io non habbia à invidiar bronzi, ne marmi.
Publio Ovidio Nasone - Le Metamorfosi - Libro XV
(trad. Giovanni Andrea dell'Anguillara - 1516)
Iscriviti a:
Post (Atom)